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Fino a cinquantanni fa la nostra civiltà ignorava l’esistenza di una popolazione stimata intorno a 200.000 nativi…non erano censiti nel computo delle popolazioni della terra. Il territorio occupato da questi esseri umani era considerato una immensa foresta disabitata…la loro esistenza era sconosciuta.
Siamo nella Nuova Guinea, una grandissima isola che…galleggia…sopra il continente Australiano fino a lambire l’equatore. Nata 25 Milioni di anni fa, esattamente dove avvenne lo scontro tra la zolla dell’oceano pacifico e quello dell’Australia. Ha una grande catena di montagne lunga 2000 Km, che in pratica attraversa l’isola per tutta la sua lunghezza. La Nuova Guinea, emersa dal oceano pacifico è una delle zone di massima concentrazione dei terremoti di tutto il pianeta.

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L’isola fu scoperta nel 1562 da un Portoghese…Jorge de Mesnes e solo dopo ben tre secoli…inizio la colonizzazione…verso la fine dell’ottocento. Olandesi, Tedeschi, Inglesi, Australiani…si spartirono l’esotico territorio…logicamente attirati dalle ricchezze minerarie…oro e rame e ricchezze forestali.
Questo popolo…i Dani…a noi fin d ’ora sconosciuti…vivono sugli altopiani in una zona lunga 80 Km e larga 15 Km, a un’altitudine tra i 1600 e 2400 metri…chiamata la Grande Valle formata dal fiume Baliem.
I Dani furono scoperti versi gli anni quaranta…da una spedizione aerea Americana. E’ curioso sapere che l’esploratore Spagnolo Ortiz de Retes ribattezzo l’isola…Nuova Guinea …ingannato dalla somiglianza degli indigeni con gli abitanti della Guinea Africana... alti e vigorosi, di pelle scura  e caratteri somatici negroidi.

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Pensate amici che, poiché i Dani non conoscono l’uso dei metalli, la loro civiltà è considerata…secondo i nostri parametri storici, equivalente alla età della pietra. Infatti i loro utensili sono ricavati dalla lavorazione del legno, del bambù, delle liane, della pietra. Di fatto sono considerati agricoltori e gli studiosi sono certi che lo diventarono probabilmente circa 9.000 anni fa…come del resto avvenne per altre numerose popolazioni della terra, dal Messico alla Mesopotamia.

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L’economia dei  Dani,..alla’agricoltura  è integrata dall’allevamento del maiali…il wam. Nella loro società…possedere un maiale conferisce prestigio ai membri della comunità. Con esso condividono lo spazio abitativo…i porcili, infatti sono annessi alle case delle donne. Pensate che il primo lavoro dei bambini è quello di condurre i maiali al pascolo, che rappresenta l’animale più importante della cultura tribale in tutta la Nuova Guinea…tanto che ne reca impressa l’effige sull’unità monetaria dell’isola…il Kina.

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Molte donne Dani hanno i segni dell’imputazione rituale…dalle quattro alle sei dita delle mani…sacrificate per la sicurezza della comunità.  Infatti…quando muore un membro della comunità, il suo spirito continua ad aggirarsi minaccioso all’interno del villaggio. La tribù, allora, compie una serie di offerte rituali per convincerlo ad andarsene…gli vengono offerti tanti oggetti e come ultima risorsa si procede al taglio delle dita delle bambine…appartenenti alla sua famiglia…per impressionarlo e convincerlo definitivamente.
Una curiosa decorazione degli uomini Dani è un vistosi astuccio penico…Ricavato da una zucchina rampicante svuotata ed essiccata, il lungo e sottile astuccio viene infilato lungo tutto il pene e mantenuto in posizione eretta da due cordicelle che vengono legate all’altezza della vita.

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Molto simpatica è la divisione del lavoro tra i sessi…Alle donne spetta la raccolta del sale e quella delle patate, la cura dei maiali e quella della prole. Prima del matrimonio, i rapporti sessuali tra i giovani sono liberi, e gli approcci sono compiuti da entrambi i sessi. La donna riveste un ruolo attivo nella scelta del partner e nell’atto sessuale.
Inoltre…ancora sempre più curioso…la mogli e il marito non abitano sotto lo stesso tetto e i loro rapporti sono piuttosto rari.

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I villaggi Dani sono divisi in capanne per gli uomini, per le donne e per i bambini. Quando gli sposi desiderano stare insieme, si accordano per un incontro notturno nella foresta…fuori dai confini dell’abitato.
Agli uomini Dani è riservata l’attività della guerra e il maneggio delle armi.
I Dani prima di entrare in contatto con la civiltà esterna…praticavano la guerra…molto violenta mirata alla distruzione totale del nemico…Infatti…: gli indonesiani, dopo avere occupato il loro territorio, vollero imporre negli anni settanta la pace tra i Dani.  Centinaia di guerrieri furono imprigionati o uccisi, i capi clan impiccati da migliaia di paracadutisti dell’esercito indonesiano.

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Attualmente i Dani non combattono più tra di loro…ma contro gli indonesiani che ahime…! Usano fucili e bombe per conquistare la loro terra e togliere la loro libertà e indipendenza.
Capirete cari amici…siamo alle solite…prepotenza della nostra “civiltà”…prevaricazione verso nostri simili che fino a poco tempo fa vivevano nel loro mondo e adesso disperati…decimati devono combattere una battaglia impari…con archi e frecce…per difendersi dal …marziano essere umano civile…che gli vieta…non si sa con quale autorità…gli astucci penici e gli impone l’uso dei pantaloni…! 

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