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Ti svegli una mattina e subito senti che, dal quel viaggio, ti sei portato qualcosa. Un dono del destino, cosi bello da farti sentire più vivo, un sapore in più, un significato grande per la tua vita.                  
                                                          

Senti perfino più gradevole alzarmi; affrontare con gioia la nuova giornata di lavoro e di quotidianità. Come da bambino, quando,  non riuscivo a dormire, la sera precedente, per quello che dovevo affrontare il giorno successivo. Qualcosa di nuovo, emozionante, gradevole, che aggiungeva delle
nuove esperienza, alla giovane eta.
Con questa armoniosa curiosità m'accingevo a fare le solite cose mattutine per essere pronti a uscire di casa. Nello stesso modo in cui si fanno tutti i preliminari per aprire un pacco, che contiene un regalo, una sorpresa, che alla fine sai che ti darà piacere.
Uscire, iniziare il nuovo giorno con le solite abitudini le stesse mosse, passi...ma con un fare e un sentire cosi piacevole...era il rivelarsi di quello strano giorno.
Emozionato e curioso, impaurito e attento ad ogni cosa che facevo, sentivo una novità; la netta sensazione che prima o dopo m'appariva quella enigmatica sorpresa.

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Cosa era quella sensazione...quel sapore di nuovo...quel tiepido misterioso gusto di vivere quel giorno...! Non me lo domandavo nemmeno. Era tale il sentire che sapevo, che li a una manciata di minuti, da un momento all'altro, mi sarebbe apparsa davanti. Tuttavia, desideravo lasciare che le cose andassero nella loro naturalezza e semplicità, cosi come la percepivo. Ero geloso, della cosa, non volevo far perdere la sua purezza...con la mente di uomo razionale.
Geloso anche di me stesso, dell'uomo civile, moderno che c'era in me, che potesse entrare e vivere la cosa con la corazza della assuefazione della vita, della realtà, cosi da rovinare e imbrattare quello che in fondo sentivo puro. Paura di oscurare, con il velo della ipocrisia e del banale senso del comune, quello che sentivo brillare e infondere un dolce calore...uno strano e piacevole calore.

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Sentivo che mi dovevo pulire, spogliare. Togliermi da dosso, da dentro, tutto ciò che c'era in me e che poteva, anche lievemente, perturbare la sua delicata natura. Sentivo la necessità di accogliere questa cosa con la dolcezza e la purezza dell'uomo, candido, che è il primo a bagnarsi dentro delle acque pure...divine.
Buono, candido, ignaro di ogni astuzia e cattiveria; fanciullo innocente. Sprovveduto perfino della consapevolezza di ringraziare, di riverire qualcuno che, superiore a lui, gli aveva dato tanta felicità. Semplice, insomma, da perdersi nella notte dei tempi, sentire nell'anima, intensamente, il più antico e nobile sentimento: l'amore dell'amore.
Con questo fervore e sentimenti mi stavo preparando a ricevere qualcosa che disconoscevo completamente ma, intuivo, sapevo e sentivo che era bello e che avrebbe travolto la mia esistenza.

...continua...