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Ancora sulla guerra

Chiariamo sulle dichiarazione espresse precedentemente circa la guerra

Poiché possono essere usate a proposito o a sproposito,

proprio come sempre succede nel nostro mondo.

Cerchiamo di darle ogni tipo di significato, o di razionalizzare ogni genere

di follia.

Secondo tutti i principi più elevati che osserviamo nei progetti umani,

l'assassinio non può mai essere giustificato come modo per esprimere

rabbia, per sfogare l'ostilità, per vendetta, per raddrizzare un torto

o punire un offensore.

L'affermazione che la guerra talvolta è necessaria per porre fine al male

rimane vera, perché…noi l'abbiamo resa tale.

Abbiamo determinato, nella creazione del Sé, che il rispetto per ogni vita

umana sia, e debba essere, un valore alto e primario.

 

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E questo è giustissimo poiché DIO non ha creato la vita perché venga distrutta.

  il rispetto per la vita a rendere talvolta necessaria la guerra, poiché

la guerra nasce per contrastare un male incombente e immediato, è

attraverso la difesa contro un'immediata minaccia nei confronti di

un'altra vita, che ci è possibile fare una dichiarazione di Chi Siamo

Veramente in rapporto a ciò.

Abbiamo il diritto in base alla più alta legge morale - in effetti abbiamo l'obbligo,

in base a questa legge, di fermare un'aggressione contro la persona di un altro

o contro noi stessi.

Questo non significa che uccidere come punizione sia un'azione appropriata,

né come castigo, né come mezzo per sistemare divergenze.

 Nel tuo passato, si uccideva in duello per l'affetto di una donna, e si

definiva questo…salvaguardare il proprio onore, mentre era l'onore che

che si stava perdendo.

È assurdo servirsi di una forza come la morte per la soluzione

di una disputa.

Molti esseri umani stanno servendosi della forza assassina per risolvere

ridicole diatribe ancora oggi. Spingendo la cosa fino al massimo dell'ipocrisia.

Ricordiamolo Molti uomini uccidono addirittura in nome di Dio, ed è questa

la cosa più blasfema, poiché non si dichiara di Chi Siete.

 Quindi ci viene da dire---:

“Allora c'è qualcosa di sbagliato nell'uccidere…?”

Testo
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Facciamo un passo indietro…

Non c'è niente di sbagliato in niente. «Sbagliato» è un termine relativo, che sta

a indicare il contrario di quello che noi definiamo «giusto».

Su Tale questioni...poniamoci alcune domande:

Eppure, che cos'è il giusto…?

Riusciamo a essere davvero obiettivi su queste questioni…?

O giusto e sbagliato sono soltanto definizioni da noi attribuite a eventi e

circostanze in base alle nostre decisioni in merito…?

Che cos'è che costituisce la base delle nostre decisioni…?

La nostra stessa esperienza…?

Un secco NO…nella maggior parte dei casi abbiamo scelto di accettare la decisione

di qualcun altro…

Qualcuno venuto prima di Noi, il quale presumeva avesse

più buon senso.

Assai poche delle nostre risoluzioni quotidiane circa ciò che è giusto e sbagliato

sono prese da noi, fondate sulla nostra comprensione.

Questo è tanto vero, quanto da farci riflettere...

Soprattutto nelle questioni importanti.

In effetti quanto più la questione è importante, tanto meno è probabile che diamo

retta alla nostra stessa esperienza...

e tanto più vera è la realtà che siamo pronti a fare nostre le

idee di qualcun altro.

Questo spiega perché abbiamo rinunciato in pratica al totale controllo di alcune

sfere della nostra vita, e di certe questioni che sorgono nell'ambito dell'esperienza

umana.

Queste sfere e queste questioni molto spesso includono gli argomenti più vitali

per l'anima:

la natura di Dio;

la natura della vera moralità;

il problema della realtà ultima;

le questioni di vita e di morte riguardanti la guerra,

la medicina, l'aborto, l'eutanasia, l'intero complesso e

il contenuto dei valori personali, delle strutture, dei giudizi.

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A tali questioni la maggior parte di noi ha rinunciato, affidandole ad altri.

Non vogliamo prendere le nostre personali decisioni in merito a esse.

Sappiamo solamente gridare...

«Decida qualcun altro! Io sarò d'accordo, sarò d'accordo!»….

Oppure…

«Me lo dica qualcun altro quello che è giusto e quello che è sbagliato!».

È questo il motivo, a proposito, per cui le religioni umane...

sono tanto popolari.

Quasi non conta quale sia il tipo di fede, fin tanto che è ferma,

coerente, chiara e severa per quanto riguarda le aspettative dei suoi seguaci.

Date queste caratteristiche, potremmo trovare individui disposti a credere

quasi a tutto.

I comportamenti e i credo più strani possono essere, e sono stati, attribuiti a Dio.

“È il volere di Dio”…dicono… "La parola di Dio"

Succede...che stranamente…ci sono tanti  che l'accettano di buon grado.

Perché questo, serve e fa comodo a...

eliminare la necessità di pensare e di responsabilità.

Ora, ritorniamo all'assassinio.

Ci può mai essere un motivo giustificato per uccidere qualsivoglia persona…?

Pensiamoci. Scopriremo che non abbiamo bisogno di direttive esterne per farci indicare

la direzione, di nessuna fonte elevata per fornirci le risposte.

Se ci pensiamo, se osserviamo per vedere quello che proviamo in proposito,

le risposte ci riusciranno ovvie e naturali.

Quindi, per tale...ci  comporteremo in maniera adeguata.

Questo si chiama agire in base alla nostra stessa autorità.

Proprio quando agiamo secondo l'autorità altrui finiamo per trovarti nei guai.

Gli stati non dovrebbero essere autorizzati a servirsi delle uccisioni per raggiungere

i loro obiettivi politici.

E le religioni non dovrebbero servirsi delle uccisioni per imporre i propri imperativi

Teologici.

Le società non dovrebbero servirsi delle uccisioni come reazione contro chi

abbia violato i codici comportamentali.

L'uccisione è un rimedio politico appropriato, un sistema di persuasione spirituale,

la soluzione per un problema della società.

Uccidere è un'azione che è consentito compiere solamente se qualcuno sta tentando

di ucciderci.

Servirvi della forza bruta solo per difendere la

sopravvivenza di un vostro caro.

O quella di un perfetto sconosciuto,

Uccidere è un modo appropriato di difesa contro quelli che intendono togliere

la vita se non ci sono altri mezzi per fermarli.

Esiste una differenza tra uccidere e assassinare.

Lo stato vorrebbe farci credere che uccidere per completare un ordine del giorno

esclusivamente politico sia perfettamente giustificabile. 

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In effetti, lo stato ha bisogno che accettiatiamo il suo volere su tale

questione allo scopo di esistere come un'entità di potere.

Le religioni

vorrebbero farvi credere che uccidere per diffondere e mantenere la

conoscenza della loro particolare verità e le adesioni a essa sia del tutto

giustificabile.

In effetti le religioni pretendono che si accetti la loro parola

su questo proposito allo scopo di esistere come un'entità di potere.

La società vorrebbe farvi credere

che uccidere per punire quelli che

commettono taluni reati

...che cambiano con il passare degli anni...sia senza eccezioni giustificabile.

In effetti, la società deve fare in modo di

farci accettare la sua parola in proposito allo scopo di esistere come

un'entità di potere.

Crediamo che queste posizioni siano corrette...?

Abbiamo accettato qualche altra parola su di esse?

Che cos'ha da dire il nostro io...?

Non esiste il giusto o lo sbagliato in questo campo.

na a seconda delle vostre decisioni finiamo per

tracciare il ritratto di Chi Siamo.

In effetti, secondo i loro interessi, le

nazioni hanno già tratteggiato tale immagine.

In base alle loro scelte le

nostre religioni hanno creato durature e indelebili impressioni.

Con l'assumere determinate prese di posizione le società hanno creato il

proprio autoritratto.

Ci sentiamo compiaciuto di questi ritratti...?

Sono queste le impressioni che desideriamo dare di noi...?

Queste le immagini che rappresentano Chi Siamo...?

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Facciamo attenzione a queste domande. Possono richiedere

una severa e attenta riflessione di tutti noi.

Ricordiamoci che:

Pensare è difficile;

Esprimere giudizi di valutazione è difficile.

Ci costringe a una vera e propria creazione, poiché si presenta

un così gran numero di casi in cui dobbiamo:

                            «Non lo so…Proprio non lo so che dire».

Eppure siamo ancora noi a dover decidere, dover scegliere, dover fare una

scelta arbitraria… ricorda…

una decisione non derivante da nessuna precedente e personale conoscenza

che sarà e verrà  definita una pura creazione.

E quindi ogni individuo è consapevole, profondamente consapevole, che

nel prendere tali decisioni finisce per creare il Sé.

La maggior parte di noi non è interessata a così importanti attività;  

preferisce lasciarle agli altri tali decisioni.

E così possiamo provare e dire che la maggior parte di noi non siamo

creature che si sono fatti da sé, ma creature frutto dell'abitudine,

creature create da altri.

Allora, quando gli altri ci hanno detto quali sentimenti avremmo dovuto

provare,  ma questi sentimenti si scontravano direttamente con quelli che in effetti

provavamo, abbiamo sperimentato un profondo conflitto interiore.

Qualcosa in fondo al nostro animo ci ha comunicato come quanto

gli altri ci hanno fatto sapere non corrispondeva a Chi Siamo.

E adesso…da chi andare con queste sensazioni…?

Che cosa fare…?

 

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Il primo luogo in cui ci recheremo è presso le persone pie e autorevoli di

nostra conoscenza…le  persone che ci anno messo per prima in questa situazione.

Andiamo dai nostri preti, dai nostri rabbini, dai nostri ministri e dai nostri

insegnanti, e saranno loro che ci diranno di smettere di ascoltare il tuo Sé

interiore.

I peggiori tra loro cercheranno di allontanarci da essi spaventandoci,

di allontanarci con la paura da quello che noi per intuito conosciamo.

Ci parleranno del diavolo, di Satana, dei demoni e degli spiriti del male

e dell'inferno e della dannazione e di ogni cosa spaventosa che riescano

a concepire per indurci a rivedere quello che stavamo provando e

conoscendo.

Al fine di accettare il loro pensiero, la loro idea, la loro teologia,

la loro definizione del giusto e dello sbagliato e del loro concetto di Chi Sei…

insomma l'unico luogo in cui potremmo trovare conforto.

 La seduzione in questo caso sta nel fatto che tutto quanto dovevamo fare

per ottenere una immediata approvazione sarebbe stata di dichiararci d'accordo con loro.

 Allora se mostreremo il nostro consenso avremo  un'istantanea approvazione.

Taluni arriveranno addirittura a cantare, a gridare, a danzare e ad agitare le

braccia con entusiasmo.

Per cui sarà difficile resistere di fronte a una tale approvazione, a un tale giubileo,

per il fatto che abbiamo visto la luce, che siamo stati salvati.

Approvazioni e dimostrazioni di rado accompagnano decisioni interiori.

È inconsueto che abbiano luogo festeggiamenti per la scelta di

seguire una verità personale. In effetti come abbiamo visto…è tutto il contrario.

Non soltanto gli altri possono mancare di celebrarla, possono addirittura

coprirvi di ridicolo...

Cosa fai…? Pensi a te stesso…? Decidi per conto tuo.

Stai applicando il tuo metro di valutazione, il tuo metodo di giudizio,

i tuoi valori personali...Chi credi di essere…?

E, in effetti, è proprio questa la domanda alla quale state rispondendo.

Ma il lavoro deve essere compiuto in assoluta solitudine.

Senza nessunissima ricompensa, senza approvazione, forse senza che nessuno

nemmeno se ne accorga.