Il Paradiso e L'inferno

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Se hai letto almeno una pagina di questa serie di articoli...sicuramente avrai dedotto da solo quanto c'è di vero in tutto ciò...! 

Entriamo in un argomento che sta molto al cuore di DIO...esaminare
l'intera faccenda del paradiso e dell'inferno.
Da quanto hai letto fino a qui, hai chiara l'idea che non esiste niente di simile. 

L'inferno c'è, ma non è quello che pensi, e tu non lo sperimenterai per
le ragioni che ti sono state date.
Che cos'è l'inferno...?
È l'esperienza del peggior esito delle tue scelte, delle tue decisioni e
delle tue creazioni. È la conseguenza naturale di ogni pensiero che 
neghi a DIO, o dica no a Chi Sei in relazione a DIO.

È la sofferenza che provi a
causa del modo sbagliato di pensare. Sebbene anche la definizione
modo sbagliato di pensare» sia una definizione inappropriata, perché
non esiste una cosa come lo...sbaglio.

L'inferno è il contrario della gioia...

È il sentirsi inappagati. È il sapere Chi e Che Cosa Sei, e mancare di
sperimentarlo. È il non essere all'altezza. Questo è l'inferno, e non ce n'è
uno più grande per la tua anima.

Ma l'inferno non esiste come il luogo di
cui tu hai fantasticato, in cui bruci in una fiamma inestinguibile o esisti in
uno stato di eterno tormento.

Che scopo avrebbe DIO in tutto questo...?
Anche se concepisse lo straordinario pensiero che tu non meriti il
paradiso, perché avrebbe bisogno DIO di andare in cerca di una specie di
vendetta, o di punizione...per la tua mancanza...?

Non sarebbe una
faccenda più semplice per DIO limitarsi a liberarsi di te...?

Quale vendicativa parte di DIO potrebbe chiedere che ti sottoponga a un'eterna
sofferenza che vada al di là di ogni descrizione...?
Potresti rispondere che è per un bisogno di giustizia, ma la semplice
negazione di una comunione con DIO in paradiso non servirebbe ai fini
della giustizia...?

Sarebbe necessario anche infliggere un'infinita
sofferenza...?

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Non esiste un'esperienza di tale sofferenza fisica dopo la
morte, che abbiamo costruito noi sulla base di teologie fondate sulla paura.
Eppure esiste già un'esperienza dell'anima così piena di infelicità, così
incompleta, così inferiore al tutto. Cosi grande  al punto di separarti dalla più grande
gioia di Dio...che per la nostra anima costituirebbe l'inferno.

DIO
non ci manderà laggiù, né farà in modo che tale esperienza ti sia inflitta.
Noi stessi però creiamo  l'esperienza, ogni volta che separiamo il nostro IO dal nostro più
elevato pensiero su di noi stessi.

Tu stesso crei l'esperienza ogni volta che neghiamo noi Stessi... ogni volta che respingiamo Chi e Che Cosa Siamo  Veramente.
Eppure anche questa esperienza non è mai eterna. Non può esserlo,
perché non è il piano di DIO che noi restiamo separato da LUI per sempre.

In effetti, una cosa simile è impossibile...

per realizzare una simile evenienza non soltanto avremmo dovuto negare Chi Siamo, ma avrebbe dovuto farlo anche DIO.

DIO non lo farebbe mai. E fin quando uno di noi possiede la verità su
di noi, la verità su di noi finirà per prevalere.

A questo dire Noi giustamente ci domandiamo...
"...Ma se non esiste nessun inferno come noi lo immaginiamo, questo significa
che possiamo fare quello che vogliamo, agire a nostro piacimento, commettere
qualsiasi azione, senza tema di castigo...? "
Allora...Sarebbe la paura ciò di cui  abbiamo bisogno per essere, fare e avere
quanto è intrinsecamente giusto...? 

Dobbiamo  essere minacciati per essere buoni?

E che cosa significa essere buono...?

Chi ha il diritto di avere
l'ultima parola a questo proposito...?

Chi stabilisce le direttive...?

Chi detta le regole...?

Allora...!

Dobbiamo sapere questo:

siamo noi ad avere il compito di crearci delle norme. 

Noi a stabilire le direttive. E Noi a decidere fino a che punto abbiamo
agito bene...fino a che punto ci stiamo comportando bene.

Perché siamo stati
noi a decidere. Chi e Che Cosa Siamo in Realtà, e Chi Vogliamo Essere.

E siamo
l'unici che possono valutare quanto ci comportiamo bene.
Nessun altro ci giudicherà mai.

Infatti, perché, e come, Dio potrebbe
giudicare la Sua stessa creatura e definirla cattiva...?

Se Dio avessi voluto che noi fossimo perfetti e facessimo tutto in maniera perfetta, ci avrebbe lasciato nello stato di totale perfezione dal quale siamo venuti.

Il nocciolo della questione
era di farci scoprire a noi stessi, di farci creare il nostro IO...come siamo davvero, e
siamo come davvero vogliamo essere. E comunque non lo potremo essere a meno
che anche a noi non ci fosse data la possibilità di scegliere e di essere qualcos'altro.

Potrebbe perciò punirci per aver fatto una scelta che DIO stesso
ha posto di fronte a Noi...?

Se DIO non avessi voluto che noi facessimo una seconda
scelta, perché ne avremmo create altre oltre la prima...?

Questa è una domanda
che avremmo dovuto porci a Noi stessi prima di assegnare a DIO il ruolo di
un Dio che condanna.

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Leggendo quanto sopra...Noi...Tu... e chiunche sta leggendo si chiederebbe...

Allora posso fare quello che voglio...?

A questo punto come hai notato, passo a parlarti in prima persona per esprimere bene il concetto...

La risposta diretta  è...SI, puoi fare quello che
desideri senza tema di castigo.

Può esserti utile, comunque, essere consapevole delle conseguenze. Le conseguenze sono i risultati. Gli esiti naturali che non sono affatto simili a punizioni o a castighi.

Gli esiti sono semplicemente questo:

sono il risultato derivante dalla naturale
applicazione di leggi naturali. Sono quello che accade, in maniera del
tutto prevedibile, in conseguenza di quanto è successo.

Tutta la vita
fisica funziona in accordo con le leggi naturali, come quella di causa ed
effetto. Una volta che tu tieni presenti queste leggi, e le applichi, hai
padroneggiato la vita stessa a un livello materiale.

Quanto ti sembra una
punizione... o quello che tu chiameresti male, o cattiva fortuna... non è
niente di più che una legge naturale la quale difende se stessa.
Allora se conosci... queste leggi e le rispetti, non avrai mai più
problemi. 
Non faresti più l'esperienza di Te Stesso coinvolto in quelli che
definisci «problemi».

Non saresti incline a considerare ogni situazione
della vita come un problema.

Non affronteresti ogni circostanza con
trepidazione.

Metteresti fine a tutte le preoccupazioni, ai dubbi e alle
paure.

Vivresti come immagini che vissero Adamo ed Eva, non più come spiriti
disincarnati nel regno dell'assoluto, ma come spiriti disincarnati nel
regno del relativo.

Eppure godresti di tutte le libertà, di tutte le gioie, di
tutta la pace, e di tutta la saggezza, la comprensione e il potere dello
Spirito che sei.

Saresti un essere pienamente realizzato.

Questo è lo
scopo della tua anima. Questo è il suo obiettivo realizzarsi appieno nel
corpo; diventare l'incarnazione di quello che è in realtà.

Questo è il piano di DIO

piano per quanto ci riguarda. Questo è il  nostro ideale...e l'ideale di DIO... 

raggiungere la realizzazione per il nostro tramite. Far sì che il concetto si trasformi in
esperienza, che anche DIO possa conoscere Se Stesso in maniera sperimentale.
Le leggi dell'Universo sono leggi che DIO  ha stabilito .

Sono leggi
perfette, che danno luogo a un perfetto funzionamento di tutto quanto è
fisico. Hai mai visto qualcosa di più perfetto di un fiocco di neve...?

La sua
complessità, il disegno, la simmetria, la conformità a se stesso e
l'originalità rispetto a ogni altro... tutto ciò è un mistero.

Restiamo meravigliati di fronte a questa manifestazione della Natura tale da
ispirare reverenza verso DIO. Eppure, se riesci a fare questo con un singolo fiocco
di neve, che cosa pensi che DIO riesca a fare, ad avere fatto, con l'universo?

Sebbene in grado di scorgerne la simmetria, la perfezione del disegno
 dal più enorme dei suoi componenti fino alla più minuscola particella -
non saresti capace di afferrare la verità di ciò nella tua realtà.

Anche adesso, mentre ne intravedi uno scorcio, non riesci ancora a
immaginarne o a capirne le implicazioni. Eppure puoi renderti conto che
esistono delle implicazioni... di gran lunga più complesse e di gran lunga
più straordinarie di quanto la tua attuale comprensione possa afferrare.

Il nostro Shakespeare lo ha detto in maniera meravigliosa: «Esistono molte
più cose in Cielo e in Terra...caro  Orazio, di quante ne immagini la tua
filosofia».

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Noi Ti domandi... "...come puoi conoscere queste leggi...?"

E ancora

"...Come le puoi apprendere...?..."

Non si tratta di apprenderle, ma di ricordarle...! E le potreste ricordare...
Incominciando con l'essere silenzioso. Fai tacere il mondo esteriore,
così che il mondo interiore ti possa portare a...vedere...

Questa capacità
interiore di vedere è quanto cerchi, eppure non la puoi conseguire fin
tanto che sei così profondamente preoccupato dalla realtà esterna.
Cerca perciò di andare nell'interiorità quanto più ti è possibile. E quando
non ti stai spingendo in profondità, tratta con il mondo esteriore
giungendo da quello interiore.

Ricorda questo assioma: Se non sei diretto verso l'interiorità, non andrai in nessun posto.
Mettilo in prima persona mentre lo ripeti, per renderlo più personale:
"...Se non mi dirigo verso l'interiorità
non vado in nessun posto..."
Sei andato verso l'esterno per tutta la vita. Ma non lo devi fare, e mai
avresti dovuto farlo.

Ricorda...

Non c'è nulla che tu non possa essere, non c'è nulla
che tu non possa fare. Non c’è nulla che tu non possa avere.
Questo suona come la promessa di avere la Luna.
Quale altra promessa vorresti che Dio ti facesse...?

Crederesti in DIO se ti promettessi qualcosa di meno...?

Per migliaia di anni la gente non ha
prestato fede alle promesse di Dio per la più straordinaria delle ragioni:
erano troppo belle per essere vere. Per cui tutti hanno finito per scegliere
una promessa più modesta, un amore in tono minore. Perché la più alta
delle promesse di Dio deriva dall'amore più elevato.

Però l'essere umano non può
concepire un amore perfetto, e quindi anche una promessa perfetta
diventa inconcepibile.

Come lo è una persona perfetta. Perciò non possiamo
credere nemmeno in Noi Stessi.
La mancanza di fede in ciascuna di queste cose significa la mancanza
di fede in Dio.

Poiché credere in Dio induce a credere nel più grande
dono di Dio, un amore incondizionato, e nella Sua più grande promessa,
un potenziale illimitato.

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