Siamo Parti di DIO

 ESCAPE='HTML'

C'è un solo scopo per tutti noi esseri viventi, sperimentare la gloria più piena.

Qualunque altra cosa diciamo, pensiamo o facciamo, è connessa a quella funzione.

Non esiste nient'altro che la nostra anima possa fare, e nient'altro che possiamo aspirare.

La cosa meravigliosa è il fatto che questo processo è senza fine...non ha termine.

Un termine è una limitazione,

lo scopo di Dio esula da tali confini.

Se a un certo momento proveremo l'esperienza della gloria più piena, in

quell'istante immagineremo una gloria ancora maggiore da conseguire.

Più grande saremo,  più potremo diventere, e quanto più lo diventeremo,

ancora di più potremmo esserlo.

Il segreto più profondo è che la vita non costituisce un processo di

scoperta, ma un processo di creazione. Non stiamo scoprendo noi stessi,

ma stiamo creando noi stessi.

Cerchiamo, perciò, non di scoprire

chi siamo, ma di stabilire Chi Vorremmo Essere. Per ricordare, e ricreare, chi siamo.

 

In verità, se non creiamo noi stessi per Quello Che Siamo, non riusciremo a esserlo.

Noi sappiamo tutto e dobbiamo ricordare ciò che sappiamo e sperimentarlo.

La vita rappresenta per noi un'opportunità di conoscere in maniera sperimentale

quanto già conosciamo concettualmente.

Non abbiamo bisogno di imparare nulla per fare questo.

Abbiamo bisogno solo di ricordare quanto già sappiamo, e di lavorare con esso.

Per capirlo bene...dobbiamo sapere che la nostra anima sa tutto quello che c'è da

sapere fin dall'inizio.

Non c'è nulla che le sia celato, niente che le sia

sconosciuto. Eppure sapere non basta.

L'anima, ogni anima di ogni essere umano

cerca e vuole sperimentare.

Possiamo sapere di essere generosi, ma a meno che noi non facciamo qualcosa

per dimostrare la nostra generosità, non abbiamo altro se non un concetto.

Possiamo possedere la consapevolezza di essere di animo gentile, ma se non tratti

gentilmente qualcuno, non abbiamo altro se non un'opinione su noi stessi.

 ESCAPE='HTML'

 

L'unico desiderio della nostra anima è quello di trasformare il più alto

concetto di sé nella più grandiosa delle esperienze.

Fin quando il

concetto non si trasforma in esperienza, tutto si limita a essere

speculazione.

Per capire bene questi concetti occorre ripercorrere l’inizio del tutto…

...dell’intero universo; anzi…prima della sua nascità,,,!

Quello che Esisteva era tutto quello che c'era, e non c'era altro.

Però quello Che Esisteva non avrebbe potuto aver coscienza di sé, perché Tutto

Quello Che Esisteva era tutto quello che c'era, e non c'era nient'altro.

Così, Tutto Quello Che Esisteva non c'era, perché, in assenza di

qualcos'altro, Tutto Quello Che Esisteva non esisteva.

“Ciò che c’è,  in assenza, di ciò che non c’è, non può essere”

Questo è il grande Esiste/Non Esiste.

Ora...Tutto Quello Che Esisteva sapeva di essere tutto quello che c'era,

ma ciò non gli bastava...perché…?

Egli poteva avere la consapevolezza della sua magnificenza soltanto concettualmente

e non in maniera sperimentale.

Egli...anelava alla consapevolezza di sé poiché voleva sapere

che cosa si provasse a essere tanto meravigliosi.

Tutto ciò gli era impossibile, perché lo stesso termine meraviglioso...

...è un termine relativo.

Tutto Quello Che Esisteva non poteva sapere quello che si prova a essere meravigliosi,

a meno che, quanto non esisteva non si manifestava.

In assenza di quello che non esiste, quello che esiste non c'è.

L'unica cosa di cui Tutto Quello Che Esisteva aveva conoscenza che...

non esisteva nient'altro.

Con questa realtà non avrebbe mai potuto e/o voluto 

arrivare a conoscere sé stesso;

da un punto di riferimento al di fuori di

Sé.

Un tale punto non esisteva...esisteva soltanto un unico punto di

riferimento, ed era l'unico luogo interiore...

L'«È/Non È». Il «Sono/NonSono».

Eppure, il Tutto di Ogni Cosa scelse di conoscere sé stesso grazie

all'esperienza.

Questa energia, questa energia pura, non vista, non udita, non osservata…

 perciò ignota a chiunque altro... scelse di sperimentare  sé stessa come

l'estrema magnificenza quale essa era.

Per fare ciò, si rese conto che avrebbe dovuto servirsi di un punto di riferimento

interiore…

 ESCAPE='HTML'

Egli...ragionò, in maniera del tutto corretta...

...qualsiasi parte di sé...

avrebbe dovuto essere necessariamente qualcosa di meno del tutto.

 Quindi se si limitava a dividersi in parti...

...ciascuna parte...

essendo qualcosa di meno del tutto...

...avrebbe potuto volgersi indietro e guardare il

resto di sé e vedere la magnificenza.

Per tale ragione…

Tutto Quello Che Esiste si divise, diventando, in un istante...glorioso…

Quindi…finalmente potè... vedere e dire...

 questo è qui...e quello è la.

Questo e quello distinti e separati.

Per la prima volta questo e quello esistevano, del tutto separatamente l'uno dall'altro.

E ancora, esistevano entrambi in modo simultaneo.

Cosi come purevfece tutto quello che non era né l'uno né l'altro.

Quindi, a un tratto tre elementi si trovarono a esistere:

quello che è qui.

Quello che è là.

quello che non era né qui e ne là

E quello che non è né qui né là, che devono esistere perché qui e là esistano.

È il nulla che contiene il tutto.

È il non-spazio a contenere lo spazio.

È il tutto che contiene le parti.

Continuando…

Questo nulla che contiene il tutto è quello che è Dio.

Eppure anche questo concetto non è  esatto, in quandto suggerisce che esiste qualcosa

che Dio non è, in ogni cosa che  sia «nulla».

Ma DIO è Tutte le Cose  

visibili e invisibili per cui è la descrizione di DIO quale il Grande

Invisibile, il Niente…o lo Spazio Intermedio e…Tutto Quello Che Esiste e Tutto Quello Che Non Esiste... 

è la comprensione è esatta...la verità.

Ora, nel creare quello che è «qui» e quello che è «là» Dio rese

possibile a Dio di conoscere se stesso. Nel momento di quella grande

esplosione dall'interno, Dio creò la relatività, il più grande dono che Dio

abbia mai fatto a se stesso.

La relazione costituisce il più grande

dono che Dio ci abbia fatto.

Dal Nulla quindi si sprigionò il Tutto, un evento spirituale totalmente coerente,

a proposito, con quanto gli scienziati chiamano la teoria del Big Bang.

Quindi…

Mentre gli elementi del tutto si precipitavano a farsi avanti, veniva creato il tempo,

poiché una cosa prima era qui e poi era là, e il periodo che ci voleva per portarsi

da qui a là era misurabile.

Proprio come le parti di Lui Stesso che sono visibili cominciarono a

definirsi «relative» l'una rispetto all'altra, altrettanto, a loro volta, fecero

le parti che sono invisibili.

Dio sapeva che perché esista l'amore, e per far si di conoscersi come puro amore,

doveva esistere anche il suo esatto opposto.

Perciò Dio volle creare la grande polarità...

 l'assoluto opposto dell'amore...

...tutto quello che non è amore...

...quanto adesso viene definito “paura”.

Nel momento in cui la paura ebbe vita, l'amore poté esistere

come qualcosa che sarebbe potuto essere sperimentato.

Ed è questa creazione di una tale dualità tra l'amore e il suo opposto

quella a cui noi esseri umani ci riferiamo nelle nostre diverse mitologie

come nascita del male,.. caduta di Adamo,.. ribellione di Satana, e così via.

Proprio nello stesso modo in cui abbiamo scelto di personificare il puro

amore come l'essere che definiamo Dio.

In questo modo abbiamo scelto di personificare

la vile paura con il personaggio che noi chiamiamo diavolo.

Nel rendere l'universo una suddivisa versione di sé, Dio ha creato..,

 ESCAPE='HTML'

Così è stato creato, non soltanto l'universo fisico, ma anche l'universo metafisico.

La parte di Dio che costituisce la seconda metà dell'equazione...

Sono/Non Sono

a sua volta è esplosa in un numero infinito di unità più piccole dell'intero.

Unità di energia definite come spiriti…che comprendono la totalità dell’ essere DIO.

In un senso cosmico siamo la sua progenie.

Il Divino proposito, che  ha indotto Dio a suddividerSi per creare un numero sufficiente

di parti di Lui, al fine di potersi conoscere in maniera sperimentale.

Infatti...

Esisteva un unico modo per il Creatore di avere coscienza di sé per quanto riguarda

un'esperienza quale Creatore, ed è quella di creare.

Perciò ha dato a ciascuna delle innumerevoli parti di Se…a tutti i Suoi figli spiriti…lo stesso

potere di creare che apparteneva a Lui come un tutto.

Questo è quanto intendono le nostre religioni quando dicono che

siamo stati creati a “immagine e somiglianza di Dio”.

Ciò non vuol dire, come qualcuno ha suggerito, che i nostri corpi fisici siano simili...

..per quanto Dio possa assumere qualsiasi forma fisica scelga per un particolare scopo...

Ma significa che la nostra essenza è la stessa.

Siamo fatti della stessa sostanza. Noi SIAMO la …stessa sostanza…!

Con tutte le stesse proprietà e capacità, compresa quella di creare realtà fisiche dal nulla.

Io scopo di DIO nel crearci, Sua progenie spirituale, era per Dio quello di

diventare consapevole di Se come Dio.

Prima non aveva modo di raggiungerlo se non per il vostro tramite.

Perciò si può dire

ed è stato detto,numerose volte che...

il Suo scopo nei nostri riguardi è di farci diventare

consapevoli di noi stessi come parti di Dio.

Questo sembra sorprendentemente semplice eppure diviene molto complesso, poiché

esiste soltanto un modo per noi di riconoscerci in Dio, ed è quello di assumerci innanzitutto

la consapevolezza di noi stessi come non-Dio.

 ESCAPE='HTML'

Ora, il sistema che avrebbe consentito a DIO di rendere

tutti noi esseri umani figli spirituali consapevoli di sé stessi quali parti di Dio, e

stato quello di limitarSi a rivelarci la cosa.

E lo feCe. Riflettiamo…non basta per uno Spirito riconoscere sé stesso come Dio,

o come parte di Dio, o figlio di Dio,

Sapere qualcosa e sperimentarla è diverso.

Lo spirito anela a conoscersi per mezzo dell' esperienza (proprio come ha fatto Dio).

La consapevolezza concettuale non basta per noi. Così ha escogitato un piano.

Si tratta dell'idea più straordinaria in tutto l'universo, e della più spettacolare collaborazione.

Dio Ha detto «collaborazione» perché tutti noi che siamo coinvolti insieme a Dio.

Secondo il piano, noi quali puri spiriti saremmo entrati nell'universo fisico

appena creato,  perché l'aspetto fisico della cosa era l'unico mezzo per conoscere in pratica quanto si conosce concettualmente. Si tratta in effetti della ragione per cui Dio ha creato il cosmo fisico con il quale incominciare, e il sistema di relatività che lo governa.

 

Una volta all'interno dell'universo materiale, noi, i Suoi spiriti figli,

avremmo potuto sperimentare quanto conosciamo di noi stessi, ma prima

dovevamo arrivare a conoscere l'opposto.

Per spiegare questo in maniera semplice diciamo che non è possibile avere coscienza di sé come persone alte di statura se non si sa e fin quando non si sa dell'esistenza dei nani.

 

Non potete sapere che cosa voglia dire essere grassi a meno che non

arriviate a conoscere il concetto di magro.

 Portato alla logica estrema, non possiamo avere esperienza di noi quali siamo fin quando non ci saremo imbattuti in quello che non siamo.

Questo è alla base della teoria della relatività, e di tutta la vita fisica.

È grazie a quello che non siamo che noi stessi possiamo essere definiti.

Ora, nel caso della consapevolezza estrema… nel caso che noi riconosciamo noi stessi

nella veste di Creatori… non possiamo avere esperienza di noi come Creatori a meno che e fin quando non avremo creato. Non possiamo creare noi stessi fin quando non ci troveremo nella

condizione di non esistere.

In un certo senso, dovremmo prima «non esistere» allo scopo di esistere. 

 ESCAPE='HTML'

Certo non c'è modo per noi di non essere chi siamo. 

Siamo ciò che sempre siamo stati e sempre saremo…

...un puro spirito, uno spirito creativo...

Quindi abbiamo fatto la cosa più immediata e migliore.

Abbiamo indotto a noi stessi di dimenticare...

Chi Siamo in Realtà.

Entrando nell'universo fisico, abbiamo abbandonato il ricordo di noi stessi.

Questo ci consente di scegliere di essere Chi Siamo, invece di limitarci a

prendere le cose come vengono.

Nell'iniziativa di scegliere di essere una parte di Dio...

...piuttosto di limitarci a sentirci dire che noi siamo...

riusciamo a far compiere a noi  stessi l'esperienza di trovarci di fronte a una scelta totale.

Questo costituisce, per definizione, quello che è Dio.

Eppure come possiamo avere una scelta circa qualcosa sulla quale non c'è scelta?

Non possiamo non essere la Sua progenie, non importa quanto duramente ci proviamo...

ma possiamo dimenticare...

Siamo, lo siamo sempre stati, e lo saremo sempre, una parte divina

del divino tutto, membri  dell'insieme.

 Questa è la ragione per cui l'atto di riunire il tutto, di tornare a Dio, è detto

reminiscenza.

In effetti noi cerchiamo di rimembrare Chi Siamo in Realtà,

e di unirci di nuovo con le varie parti di Dio per sperimentare il tutto di Lui...

...vale a dire il Tutto di DIO.

Il nostro compito sulla Terra, perciò, non è quello di apprendere...

...NO già sappiamo...

...ma di rimembrare Chi Siamo.

E di rimembrare chi sia chiunque altro.

E’ per questo che una gran parte del nostro compito consiste nel

ricordare agli altri, così che anch'essi siano in grado di ricordare.

Tutti i meravigliosi maestri spirituali hanno svolto proprio tale compito.

È il nostro unico scopo.

Il che sarebbe a dire lo scopo della nostra anima.

È questo lo scopo del tutto…

...E tu cheleggi in questo momento farai anche tu il tutto  per  rendere

quanto stai leggendo…accessibili a molta altre anime.

Hai letto fin qui…?

Allora leggi gli altri articoli per risponderti alle tue  molte domande che hai da fare...

Hai molte indagini da fare sulla tua vita…sulla vita…

Qui hai messo qui le basi…

Hai messo le fondamenta…

Le tue radici...!