Verso Il Sentiero di Dio(Chi è DIO)

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Se vuoi davvero percorrere questo sentiero è necessario  mettere da parte tutte le idee che hai a proposito di Dio, ogni immaginazione…

Dio non è un uomo barbuto che siede in paradiso.

Per essere in grado di conoscere davvero che cosa sia Dio, in particolare, è necessario dimenticare l’idea di Dio come una figura paterna e vendicativa, che siede sul trono in cielo e che non aspetta altro che tu commetta un errore per mandarti all’inferno, una volta che sarai morto.

Ricordandoti che…”Nessuno può imparare ciò che si credi di sapere ”.

 

Dio non ha un unico aspetto o si esprima soltanto con un determinato suono o sia in un solo modo. Dio è nel profano e nel sacro. E’ nella tristezza e nella felicità, nell'amarezza e nella dolcezza. Esiste uno scopo divino dietro ogni cosa, e quindi una presenza divina ovunque. Dio è l'alto e il basso. Il caldo e il freddo. La destra e la sinistra, la reverenza e l'irriverenza, soffre ed è gioioso, ride e piange.

 Puoi parlare con Lui in qualsiasi tono  e con ogni parola... in gergo, il tuo dialetto  o il linguaggio volgare.  Puoi rivolgerti a Lui come ti rivolgi al tuo migliore amico.

Cosa credete che ci sia una parola che non ha mai sentito...?  

Qualcosa che non ha mai visto…?  

Un suono che non conosce…?

Che disprezza alcune di queste cose mentre ne prediligo altre…?  

Dio non disprezza nulla. Niente di tutto e di più potrebbe suscita repulsione in Dio.

Dio è la vita, e la vita è un dono; un indescrivibile tesoro. La cosa più santa delle cose sante. Dio è la vita, perché è della stessa materia di cui è fatta la vita.

Ogni suo aspetto di ciò che c'è nell'universo ha uno scopo divino.

Niente esiste, nulla... senza una ragione compresa e approvata da Dio.

Tutto ciò che esiste nell’universo è stata creata  e voluta da Dio…dalla più nanoscopica a quella megagigante. 

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Noi umani non  possiamo creare nulla...non una sola cosa, un oggetto, un evento, nessuna esperienza di alcun genere al di fuori del piano di Dio.

Il progetto di Dio per noi esseri umani è la facoltà di potervcreare qualunque cosa, tutte le cose, quali che siano e che noi vogliamo.

In tale libertà si realizza l'esperienza di Dio nella sua qualità di Dio.

E' questa  l'esperienza per la quale ha creato noi,  la vita stessa e questo nostro mondo relativo

Ha creato anche il male…quello che noi consideriamo  male.

Dio ama anche il male…perché soltanto attraverso quanto definimo male ci è possibile sapere

che cos'è il suo opposto...il bene.

Soltanto tramite quanto definiamo opera del diavolo possiamo conoscere e compiere l'opera di Dio.

Dio non ama il caldo più di quanto ama il freddo, l'alto più del basso, la sinistra più della destra.

Dio ha creato questo mondo relativo al fine di farci esercitare l'esperienza...qualsiasi esperienza l'umano voglia fare per soddisfare il suo Se.

 Tutto fa parte di ciò che esiste.

Anche se siamo stati cresciuti  con altre convinzioni dobbiamo accettare il giudizio di Dio, poiché come potrebbe Dio non accettare quello che esiste…?  

Quello che Lui ha creato.

Respingere una qualsiasi cosa  significa negarne l'esistenza.

Definirla sconveniente è come dire che non è una parte di Dio, e ciò è impopossibile.

Eppure Dio è cosi misericordioso, ci ama cosi tanto da darci sempre la massima libertà lasciandoci alle nostre convinzioni, ai nostri valori perché comprende che sono i valori dei nostri genitori, come lo erano dei genitori dei nostri genitori… della società.

Comprendendo che costituiscono la struttura della nostra vita, e perderli significherebbe smembrare il tessuto della nostra esperienza.

In ogni caso è nostro dovere e responsabilità esaminarli uno per uno. Passarli in rassegna pezzo per pezzo…senza  demolirne la cultura. 

Abbiamo il dovere  di controllarli…mattone per mattone e cambiare quelli che non sono più in grado di sopportare questa nuova visione... ! Queste nostre opinioni circa il giusto e l'errato che sono soltanto opinioni soggettive…solo intrinseche alle cose giudicate che sono relative e possono essere il relativo del relativo.

 

Riflettiamo per arrivare alla consapevolezza che sono pensieri che costituiscono la forma e la sostanza di chi siamo e quindi la ragione...il motivo importante per cambiare tante e/o qualcuno di essi… per uno unico scopo…quello di riconoscerlo  e consapevolmente   effettuare il cambiamento.

  Cambiamento per sentirci soddisfatti di chi siamo…perché soltanto ognuno di noi può sapere se è felice. Soltanto noi possiamo dire della vostra vita.

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Dio comunica ad ogni essere umano… :

"Questa è la mia creazione, figlio mio, in cui mi compiaccio".  

Quindi se i nostri valori ci sono utili, manteniamoli, sosteniamoli nelle discussioni, nelle lotte per difenderli. Ricordiamoci, in ogni caso di cercare di batterci in modo da non fare del male a nessuno, recare danno non è un ingrediente necessario per guarire.

Precisiamo che i nostri valori non sono sbagliati o che  che siano giusti...

Sono semplicemente delle opinioni, dei pareri e quindi delle decisioni.

E nella maggior parte dei casi sono decisioni che non sono state prese da noi,  bensi da  qualcun' altro che è stato prima di noi.

Dai nostri genitori, forse dai nostri avi, dalla nostra religione, dai nostri insegnanti, dagli storici, dai politici.

Ben poche delle valutazioni che fanno parte delle nostre verità...sono valutazioni fatte da noi stessi basandoci sulle nostre esperienze.

Eppure l'esperienza è quanto quello che siamo. 

Noi siamo venuti qui per fare  esperienze...per  creare noi stessi... !

In base a questo ci troviamo  a  creato noi stessi in base all'esperienza di altri venuti prima di noi.

Quindi con questa consapevolezza non dobbiamo permettere a noi stessi di diventare per mezzo dell'esperienza di altri.

Questo è il «peccato» che abbiamo commesso. Tutti noi.

Non abbiamo avuto la consapevolezza di fare esperienza in prima persona, abbiamo  accettato l'esperienza di altri alla lettera, e poi quando ci siamo imbattuti nella vera e propria esperienza per la prima volta, abbiamo  sovrapposto quello che già pensavamp di sapere alla percezione di quello che abbiamo realizzato noi.

Se non ci fossimo comportati in tal modo, avremmo potuto avere un'esperienza del tutto diversa, un'esperienza che avrebbe potuto rivelare l'errore del nostro maestro o della nostra fonte originale.

Nella maggior parte dei casi succede che per non dar torto ai nostri genitori, alla nostra scuola, alle tradizioni, alle Sacre Scritture, neghiamo  la nostra esperienza per favorire  quanto ci è stato detto di pensare.

Questo è molto evidente e più chiaro se  facciamo riferimento, a mo di esempio, nel modo in cui viene considerata la sessualità umana. Tutti sanno che quella sessuale può rappresentare un'esperienza fisica unica, e la più gratificante, la più eccitante, la più forte, quella capace di dare la più grande euforia e di rinnovare, la più energetica, la più positiva, la più intima, quella che unisce di più tra le esperienze che gli uomini siano in grado di fare.

Avendo scoperto questo in via sperimentale, abbiamo  scelto di accettare invece i pregiudizi, le opinioni e le idee sul sesso resi di pubblico dominio da altri, i quali tutti hanno in gioco precisi interessi circa il modo in cui la pensano.

Tali opinioni, giudizi e idee si sono dimostrati diametralmente opposti alle nostre personale esperienza, eppure, poiché aborriamo  di riconoscere  in errore i vostri maestri, ci convinciamo che è la nostra esperienza a doversi ritenere sbagliata.

Il risultato è quello di aver tradito la nostra effettiva verità su quell'argomento, con risultati devastanti.

Abbiamo fatto la stessa cosa con il denaro. Ogni volta che in vita nostra abbiamo posseduto ingenti somme di denaro, ci siamo sentiti grandi. Ci sentiamo grandi quando lo riceviamo e ci sentiamo grandi quando lo spendiamo.

Non c'è niente di male in questo, niente di disdicevole, niente di «sbagliato» in maniera  intrinseca.

Eppure abbiamo così profondamente radicato dentro di  noi l'insegnamento di altri su questa faccenda da essere disposti a rinnegare la nostra esperienza in favore della "verità".

Abbiamo adottato questa "verità" come nostra, abbiamo dato luogo a pensieri a quel proposito, pensieri creativi.

Abbiamo creato una realtà personale circa il denaro che tende ad allontanarlo da noi, perché quale sarebbe la ragione di attirare ciò che non è bene...?

In modo stupefacente, abbiamo creato questa stessa contraddizione sul conto di Dio.

Tutto quello che sperimenta il nostro cuore in merito a Dio ci dice che Dio è buono. Tutto quello che vi insegnano i nostri maestri  sul conto di Dio ci dice che Dio è cattivo.

Il nostro cuore ci suggerisce che si deve amare Dio senza paura. I nostri maestri ci dicono che Dio va temuto, perché è un Dio vendicativo. Che Dobbiamo  vivere nel timore dell'ira di Dio.

Dobbiamo  tremare alla Sua presenza. Durante tutta la nostra esistenza abbiamo dovuto paventare il giudizio del Signore. Perché il Signore è «giusto», ci viene detto. E Dio sa come ci troveremo nei guai quando dobbiamo confrontarvi con la terribile giustizia del Signore.

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Dobbiamo, quindi, essere obbedienti ai «comandamenti» di Dio. Altrimenti... Soprattutto non dobbiamo  porre domande tanto logiche come: Se Dio voleva una rigorosa obbedienza alle Sue Leggi, perché ha creato la possibilità che queste Leggi siano violate? Ah, ci dicono i vostri maestri, perché Dio voleva che tu avessi il libero arbitrio. Eppure quale genere di arbitrio può essere libero quando scegliere una cosa piuttosto di un'altra procura un biasimo?  Come può essere libera una «libera volontà»

quando non è la nostra volontà ma quella di qualcun altro a doversi compiere?

Quelli che ci insegnano cose del genere vorrebbero far apparire Dio come un ipocrita. Ci hanno detto che Dio è perdono e compassione, eppure se non chiedete il perdono nel modo giusto, se non «andate a Dio» nella maniera opportuna, la vostra supplica non sarà ascoltata, il vostro grido andrà negletto. Anche questo non sarebbe tanto male se ci fosse un unico modo corretto, ma esistono tanti «modi corretti» quanti sono maestri che li insegnano.

La maggior parte di noi, perciò, trascorre la propria vita adulta in cerca della maniera giusta di venerare, di obbedire e di servire Dio.

L'ironia di tutto questo è che Dio non vuole la nostra venerazione, non ha bisogno della nostra obbedienza e non è necessario per noi servirLo.

Questi comportamenti rappresentano, come riferisce la storia, i comportamenti richiesti ai propri sudditi dai monarchi, di solito monarchi megalomani, insicuri, tirannici. Non sono pretese divine in alcun senso, ed è degno di nota che il mondo non sia finora giunto alla conclusione che tali pretese sono false, non avendo niente a che fare con la Divinità.

La Divinità non ha necessità. Tutto Quello Che Esiste è esattamente questo:

tutto quello che esiste.

Perciò non chiede nulla, o non manca di nulla, per definizione.

Se scegliamo di credere in un Dio che in qualche modo ha bisogno di qualcosa  e ha sentimenti così inclini al male che se non ottiene quanto vuole, punisce coloro dai quali si aspetta di riceverlo...

allora abbiamo  scelto di credere in un Dio più meschino di quanto lo sia.

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Siamo davvero Figli di un Dio Minore.

Dio non ha nessun bisogno. Non pretende nulla.

Questo non significa che sia privo di desideri. Desideri e bisogni non sono la stessa cosa;  sebbene molti di noi li  abbiano resi tali durante la vita.

Il desiderio è l'inizio di ogni creazione. È il primo pensiero. È un grande sentimento insito nell'anima.

E Dio, che sceglie quanto verrà creato in seguito.

E qual è il desiderio di Dio...?

Primo

Desidera innanzitutto conoscere e sperimentare Te Stesso, in tutta la Tua gloria, sapere Chi Sei.

Prima che ci inventasse  e assieme a noi tutti i mondi dell'universo era impossibile farlo per Dio. 

In secondo

luogo Dio desidera che noi ci conosciamo e sperimentiamo Chi Sieamo Davvero, tramite il potere che ci ha conferito di creare e di sperimentare noi stessi in qualsiasi modo ci piacesse scegliere.

Come terza

cosa, desidera  che l'intero processo della vita sia un'esperienza di costante gioia, di continua creazione, di espansione senza fine, e di completo realizzazione in ogni momento del presente.

Quarto

Ha stabilito un sistema perfetto grazie al quale questi desideri possono essere realizzati. Essi vengono realizzati adesso, in questo preciso momento. L'unica differenza tra noi e Dio  è che Dio ne è  consapevole.

Quinto

Nel momento in cui facciamo la nostra completa conoscenza; un momento che potrebbe arrivarci addosso in qualunque istante, noi, a nostra volta,  ci sentiremo  come Dio si  sento sempre: gioioso, pieno di amore, indulgente, ben disposto e grato.

Sono questi i Cinque Atteggiamenti di Dio, e prima che si giunga alla fine di questo dire, ci sarà  mostrato come il mettere in pratica questi atteggiamenti nella nostra vita attuale possa portarci - e ci porterà  alla Devozione.

Tutto questo costituisce una risposta molto lunga a una brevissima domanda.

Sì, attieniti ai tuoi valori, fino a quando sperimenterai che ti sono utili. Ma fai un controllo per vedere se i valori che tu segui con i tuoi pensieri, parole e azioni, portano nello spazio

della tua esperienza alla più elevata e migliore idea che tu abbia mai avuto sul tuo conto.

Esamina i tuoi valori uno per uno. Portali alla luce di un minuzioso esame pubblico.

Se tu sei in grado di dire al mondo chi sei e che cosa credi senza rompere il passo o esitare, allora sei soddisfatto di te.

Non c'è ragione di proseguire molto oltre con questo dire con Dio, perché hai creato un'identità  e una vita per tale identità  che non necessita di miglioramenti.

Hai raggiunto la perfezione. Puoi mettere ogni sapere su Dio  da parte.

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Dio non ode tutte le preghiere, e dice «sì» a qualcuna, «no» ad altre, e «forse, ma non adesso» a quelle che restano. In base a quale regola stravagante si troverebbe a decidere Dio?

Se credi che Dio sia il creatore e l'arbitro di tutte le cose nella tua vita, ti stai sbagliando.

Dio non è colui che risolve i problemi.

Dio è pronto ad assisterti mentre tu vivi la tua vita, ma non nel modo in cui ti puoi aspettare.

Non è compito di Dio quello di creare o di distruggere le circostanze o le condizioni

della tua esistenza. Dio ti ha creato a Sua immagine e somiglianza. Tu hai

creato il resto, per mezzo del potere che Dio ti ha conferito.

Dio ha creato il corso della vita e la vita stessa come tu la conosci. Ma Dio ti ha dato il

«libero arbitrio», per fare della tua vita quello che preferisci.

In questo senso la tua volontà per quello che ti riguarda è la volontà

di Dio nei tuoi confronti.

Stai vivendo la tua vita nel modo in cui la vivi, e Io non ha preferenze in materia.

Questa è una delle grandi illusione in cui l’essere umano si è trovato:  

“Che Dio si curi in un modo o nell'altro di quello che ogni essere umano fa”.

A Dio non importa quello che facciamo… e questo è duro per te da accettare.

ma di preoccuparsi seriamente dei risultati.

La dicotomia che riesce a descrivere in maniera appropriata l'azione di Dio…è…

“ Quella di non preoccuparsi seriamente di come si svolgono le cose, ma di preoccuparsi

seriamente dei risultati “