La Compassione...il Sentimento Divino

 ESCAPE='HTML'

 

Partiamo dal fatto empirico che la vita è sempre più bella quando amiamo, quando siamo sereni, buoni d'animo e abbiamo tanta compassione per tutto quello che ci succede.
Il primo segreto è non considerare nessuno come nemico, rivale...
Occorro ed è necessario sostituire  il perdono con la campassione come si fa con i bambini quando commettono una marachella...Infatti non li puiniamo perché sappiamo che non sanno quello che fanno...sono innocenti
Cosi anche con l'adulto che è grande fisicamente, ma ancora non maturo da capire gli errori che commette. Con una risposta severa..con una punizione, con un risentimento e/o odio non si fa altro che  seguirlo  nella sua immaturità.

Se  non capiamo quanto è necessario avere compassione.,.,.sentire questo grande sentimento Divino non abbiamo capito e amato neache DIO.

Sviluppiamo compassione per se stesso e per gli altri al fine di incrementare il nostro benessere e promuovere il cambiamento.

L’attitudine interiore per meditare sulla compassione è fare amicizia con noi stessi e con tutte le persone che incontriamo nella nostra vita; anche quelle che ci fanno soffrire. 
La compassione è riuscire a vivere continuamente il desiderio del bene verso tutti gli esseri e il loro vissuto, avere  empatia verso le loro sofferenze. 

 

 ESCAPE='HTML'

Ogni volta che ci sentiamo in colpa per qualcosa o per qualcuno. Quando  ci fanno  soffrire. E ancora ogni volta che nel mondo sentiamo la mancanza d’amore...dobbiamo comprendere e avere compassione verso questo sentire. Dobbiamo capire che è l’ignoranza altrui che ci porta sofferenza.
 Essere compassionevoli, praticare la compassione estingue, annulla qualsiasi sofferenza, pensiero cattivo e dall’egocentrismo, dal desiderio di individualismo eccessivo e dall’ansia dei nostri giudizi.
Il non giudicare prima di tutto deve essere rivolto a noi stessi. La compassione aiuta a comprendere i moti dell’ignoranza dell’essere umano. Una persona compassionevole non rimane indifferente alla propria sofferenza come alla sofferenza altrui e quanto è necessario presta perfino aiuto. 
La compassione è Il rispetto di sé stessi e degli altri. 
Cosi come con la saggezza si abbraccia il lato intellettuale o comprensivo della nostra natura, la compassione tratta la parte emozionale o sentimentale della nostra natura. 

 

 ESCAPE='HTML'

Come la saggezza, la compassione è, univocamente, una qualità umana. 
La parola compassione se osserviamo bene è composta da due parole:
 <<com>> che significa... molteplice e 
<<passione>> che significa...forte sentimento. 
Questa è la compassione, un forte molteplice sentimento. 
Quando vediamo qualcuno angosciato e sentiamo il suo dolore come se fosse il nostro, o ci sforziamo per eliminare o diminuire il suo dolore, allora quella è compassione.
La compassione rappresenta il meglio degli esseri umani, è una qualità  perfetta. E' il sentimento prediletto da DIO...e con DIO diventa Compassione Amorevole che...  è un tremolio del cuore quando è in contatto con il dolore degli esseri viventi..

 

 ESCAPE='HTML'

Quando si è compassionevoli  abbiamo la capacità di riconoscere sofferenza come esseri umani che vivono la vita in modo attivo e consapevole e ascolto dei anche dei sentimenti ostili, senza giudicarli né combatterli, mettendo in atto decisioni ritenute opportune per alleviare la sofferenza. 
Quindi un atteggiamento più complesso che è contrario alla rassegnazione o a un approccio passivo ai problemi della vita...della propria esistena.
Quindi la compassione in quanto è un...soffrire-con...un compatire l'altro; che richiede la capacità di riconoscere ciò che prova l’altro, senza giudicarlo. In virtù di tale atteggiamento, è possibile accogliere i sentimenti negativi e non con rabbia e tristezza, ma piuttosto usarle per l’azione. Questo atteggiamento-risposta è un passo preliminare indispensabile, perché consente di non restare prigionieri del passato e ipotecare anche il futuro. ma concentrandosi sul presente diviene possibile attuare cambiamenti reali, riconoscendo la ricchezza di possibilità a disposizione. Questo è anche lo scopo della compassione che rappresenta anche una terapia un aiuto psicologico. Essere compassionevoli è guardare le possibili fonti della sofferenza senza nasconderla o giudicarsi negativamente...è liberante, che ci permette di avere più energia e libertà mentale per affrontare le difficoltà.                                                        

 ESCAPE='HTML'

La compassione inoltre favorisce la resilienza, la capacità di affrontare situazioni traumatiche senza soccombere. La resilienza, come si è avuto più volte modo di notare, non è semplicemente legata alla robustezza fisica, ma piuttosto di pensiero, ai valori presenti nel soggetto e alla qualità delle relazioni.                     

Ricordiamoci che, le comunità coese sono un magnifico esempio di resilienza, come la storia ha mostrato in occasioni di catastrofi naturali o causate dall’uomo.                                                                             

Essere compassionevoli significa anche sentirsi parte dell’umanità e della vita...protagonisti attivi. Sappiamo ed è certo che quando si soffre, può affacciarsi il pensiero del confronto, considerando la situazione di disagio che si vive come appartenente soltanto a se stessi, ritenendosi indegni o colpevolizzandosi.                                                                 

Infatti quando ci soffermiamo sul proprio disagio è un vero problema che accresce il malessere, e si entra in un tunel senza uscità. Come suggerisce il termine, essa impoverisce l’orizzonte di riferimento e accentua la svalutazione e l’autorimprovero. La compassione verso di sé favorisce invece il dialogo interiore con la propria parte benevola, capace di accogliere la vita in tutti i suoi aspetti, comprese le difficoltà, la sofferenza e i fallimenti.                                         

Avere compassione del prossimo e quindi della sofferenza, del fallimento degli altri e anche riconoscere che sarebbero potuti accadere anche a noi. Considerarli parte della comune umanità rende possibile la considerazione del disagio altrui in termini di solidarietà e di scelte volte ad alleviarne la sofferenza. Infatti l'ostacolo alla compassione è spesso legatoo all’incapacità di riconoscere una comune situazione che può arrivare alla negazione dell’umanità dell’altro. Il pensiero compassionevole è un antidoto nel modo in cui pensiamo, ragioniamo e rimuginiamo che può avere un grande impatto sull’iperattivazione del nostro sistema di sentire le minacce esterne. Infatti la compassione orienta l’attenzione, l’immaginazione e il ragionamento riuscendo a calmarlo.  Essa attiva la capacità di accudirci, soddisfacendo i bisogni di rassicurazione del nostro sistema di attaccamento. Ma attenzione esercitare la compassione può disturbare il quieto vivere di chi preferisce rassegnarsi alla propria condizione di disagio e non vuole saperne di     essere messo in discussione. In questo senso essa è una virtù contestatrice; coraggio e compassione non si sono contrapposti. Sentirsi parte dell’umanità consente anche di sviluppare una distanza sana, che permette un intervento efficace, senza essere sopraffatti dal dolore altrui.

 

 ESCAPE='HTML'
Testo
 ESCAPE='HTML'

CONTINUA ...