L'unico scopo della vita

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Dio Ha stabilito le Leggi dell'universo in modo tale da renderci possibile

ottenere, creare, esattamente quello che scegliamo.

Queste Leggi non possono essere violate, non si possono ignorare.

Non possiamo esimerci dall'adeguarci a tali Leggi, perché è così che funzionano

le cose.

Non possiamo sottrarci a ciò; non possiamo operare al di fuori di esse.

In ogni minuto della nostra vita stiamo  agendo nel loro ambito, e tutto

quanto abbiamo mai sperimentato lo abbiamo quindi creato.

Ci troviamo uniti in un sodalizio con Dio.

Condividiamo

un eterno accordo. La promessa di Dio è quella di darci sempre quello che

chiediamo. La nostra promessa è quella di chiedere; di capire il procedimento

del domandare e del rispondere.

Dio ci ha già spiegato una volta tale procedimento.

Qui di seguito è descritto

in modo da consentirti di capirlo con chiarezza.

Siamo esseri triplici. Composti di un corpo, di una mente e di

uno spirito.

Possiamo definire queste cose anche come il fisico, il non-fisico e

il metafisico…

Questa è la Santa Trinità, che è stata chiamata in molti modi…

E’ ciò che noi siamo è anche Dio è.

Dio si è manifestato come Uno e Trino.

Qualche teologo ha definito questo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Gli psicanalisti hanno riconosciuto tale triumvirato e lo hanno

Chiamato… es, io e super-io.

I filosofi lo hanno definito… id, ego e super-ego.

La scienza lo chiama… energia, materia e antimateria.

I poeti parlano di… cuore, di mente e anima.

I pensatori della New Age si riferiscono al… corpo, alla mente e allo spirito.

Il nostro tempo si divide in… passato, presente e futuro. Non potrebbe esserci

un'analogia con l'es, l'io, il super-io...?

Lo spazio è in maniera analoga diviso in tre: qui, là e lo spazio intermedio.

È nel descrivere questo «spazio intermedio» che la questione si fa difficile,

...elusiva...

Nel momento in cui incominciamo a definirlo o a descriverlo, lo spazio

che descriviamo diventa «qui» o «là»…?

Eppure sappiamo che questo spazio intermedio esiste.

E questo a localizzare il «qui» e il «là», proprio come l'eterno «adesso» fornisce

un'ubicazione al «prima» e al «dopo».

Questi tre aspetti di noi sono in effetti tre tipi di energia. Potremmo

definirli pensiero, parola e azione.

Tutti e tre messi insieme danno luogo a un risultato, che nel nostro

linguaggio e nella nostra comprensione viene definito «sensazione»,

o «esperienza». 

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La nostra anima (inconscio, io, spirito, passato eccetera)....

costituisce la somma totale di qualunque sensazione abbiamo mai provato

…creato.

La nostra consapevolezza di alcune di queste sensazioni viene chiamata

memoria.

Avere una memoria significa ricordare. Rimettere insieme.

Riassemblare le parti.

Quando avremo riassemblato tutte le parti di noi, avremmo ricordato Chi Siamo…

…Chi siamo Noi ...?

Ricordiamoci…!

Il processo della creazione ha inizio con un pensiero,

un'idea, un concetto, una visualizzazione.

Infatti…Tutto quello che vediamo intorno a noi… è stata l'idea di qualcuno.

Non esiste niente nel nostro mondo che non sia esistito in precedenza come

puro pensiero.

Questo vale anche per l'universo. Il pensiero è il primo livello della

creazione. Subito dopo viene la parola.. .cioè…tutto quanto viene detto è un

pensiero espresso.

È creativo e invia energia creativa nell'universo.

Le parole sono più … possiamo dire più creative…del pensiero, perché

le parole si trovano a un diverso livello di vibrazione rispetto al pensiero.

 Esse disturbano… cambiano…alterano… intaccano…

...l'universo con un maggiore impatto.

Le parole costituiscono il secondo livello della creazione.

 Subito dopo viene l'azione.

Le azioni sono parole in movimento.

Le parole sono pensieri espressi. I pensieri sono idee formulate.

Le idee sono energie riunite.

Le energie sono forze rilasciate.

Le forze sono elementi che esistono in natura.

Gli elementi sono particelle di Dio…parti del "tutto..."

il materiale che costituisce ogni cosa.

Il principio è Dio.

La fine è l'azione. L'azione è Dio che crea, o Dio che viene sperimentato.

Il nostro pensiero in merito a noi stessi consiste nel ritenerci non abbastanza buoni.

Si...non abbastanza meravigliosi;

Non abbastanza senza peccato per poter essere una

parte di Dio...in sodalizio con Dio.

Abbiamo  negato tanto a lungo chi siamo...

tanto da averlo dimenticato.

Ciò non è accaduto per coincidenza...

...non si tratta di un caso.

Fa tutto parte del piano divino.

Quel Piano Divino dove noi non avremmo potuto proclamare, creare...

sperimentare...chi eravamo.

Era necessario innanzitutto per noi abbandonare (negare, dimenticare) il

nostro collegamento con Dio allo scopo di sperimentarlo appieno tramite

una totale ricreazione di esso.

Ricordiamo sempre...

cià che è, in assenza di ciò che non è...

non puo essere. 

Il nostro più grande desiderio e quello di Dio…

il più grande desiderio nei

nostri  confronti era quello di sperimentare noi stessi come la parte di Dio che

siamo.

Stiamo già sperimentando noi stessi, ricreandoci in ogni singolo momento.

E questo vale anche per Dio…che lo fa per nostro tramite.

Pensiamoci bene…riflettiamo per  renderci  conto del sodalizio…!

Afferriamo le implicazioni…!

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Si tratta di una santa collaborazione, una santa comunione di intenti.

La vita allora …quando scegliamo in suo favore …prenderà quota per noi.

Finora non abbiamo  ancora scelto in tal senso.

Abbiamo  procrastinato, prolungato, protratto, protestato.

Adesso è giunto il momento che noi di proclamare  e mettere in atto quello

per cui ci siamo impegnati.

Per farlo, dobbiamo credere nella promessa, e dobbiamo  viverla consapevolmente.

Dobbiamo  vivere la promessa di Dio.

La promessa di Dio è che noi siamo Suoi  Figli.

Il frutto di Lei. Simile a Esso. Uguale a Lui.

Succede che è qui che ci fermiamo…ci blocchiamo.  

Dobbiamo  accettare di essere…suoi Figli…?

Il frutto… simile a Lui…

ma ci ritraiamo quando siamo definiti... uguale a Dio.

È troppo perché noi lo accettiamo.

Un'eccessiva grandezza, un'eccessiva meraviglia... un'eccessiva responsabilità.

Perché se siamo uguale a Dio…pensiamo che...

niente è stato fatto per noi, e che tutte le cose sono state create da noi.

Rendiamoci conto che tutto quanto vediamo nel nostro mondo; tutto intorno a noi...

...è il risultato della nostra idea in merito a questo.

Vogliamo davvero che la nostra vita prenda quota…?

Allora dobbiamo cambiare  l'idea che ci siamo fatta.

Dobbiamo parlare, pensare e agire come il Dio Che Siamo.

Naturalmente questo ci separerà da molti, dalla maggior parte dei nostri simili.

Allora ci definiranno pazzi. Diranno che siamo blasfemi.

Finiranno per averne abbastanza di noi, e tenteranno di crocifiggerci.  

Ma…alla fine non lo faranno.

No, perché penseranno che stiamo vivendo in un mondo

tutto nostro fatto di illusioni.

Si perché la maggior parte degli uomini è abbastanza misericordiosa da

concederci di godere dei nostri divertimenti privati… ma… prima o poi

altri saranno attratti dalla nostra verità.

Solamente per ciò che essa promette a loro.

Questo è il punto in cui i nostri simili interferiranno, perché

cominceremo a essere una minaccia per il mondo…!

Si è cosi...

perché la nostra semplice verità, il nostro semplice modo di vivere

 risulterà più confortevole…

Saranno apportatori di maggiore bellezza.

Offriranno  una maggiore gioia e pace, amore per noi stessi e per gli altri...

più di quanto sia in grado di procurare qualunque cosa che gli altri  terrestri si siano

potuti assicurare.

Tale verità, una volta adottata, significherebbe la fine del loro modo di essere.

Significherebbe la fine dell'odio e della paura, del bigottismo e della guerra.

La fine delle condanne e delle uccisioni perpetrate in nome di Dio.

La fine del diritto del più forte. La fine dell'acquisire mediante il potere.

La fine della lealtà e della deferenza fondate sulla paura…

La fine del mondo così come loro lo conoscono, e come l'abbiamo creato

fino a questo momento.

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Quindi teniamoci  pronti, anime gentile.

Perché verremo  vilipesi e maltrattati, ingiuriati e abbandonati…

e in ultimo ci accuseranno, ci giudicheranno e ci condanneranno…

Tutto a modo loro…dal momento che accettiamo e adottiamo la nostra

santa causa…la realizzazione del Sé.

 Ci domanderemo…perché farlo, allora…?

 Per la sola ragione che non ci interessa più di essere accettati o

approvati dal mondo.

 Non siamo più soddisfatti di quello che ci ha procurato…

di quello che ci ha dato.

 Non siamo più compiaciuti per quello che ha dato agli altri…!

 Noi vogliamo che la sofferenza si interrompa…

che il dolore abbia fine…

che le illusioni non spariscano più…

 Ne abbiamo avuto abbastanza del mondo così com'è oggi...

in  questo nostro presente.

 Cerchiamo  un mondo più nuovo...

ma diremo di più…

Non lo cerchiamo più…adesso facciamolo nascere…!

 Rivolgendoci innanzitutto al pensiero più alto che nutriamo su di noi.

 Immaginiamo  l'Io che saremmo se vivessimo questo pensiero tutti i giorni.

 Immaginiamo che cosa penseremmo, faremmo  e diremmo.

In quale modo reagiremmo  a quello che gli altri fanno e dicono.

 Riconosciamo qualche differenza tra questa raffigurazione e quello che pensiamo?

Di quello chediciamo...?

E di quello che faremo adesso…?

 Certamente sì. Ci vedremo una grande differenza…!

 Quindi... ! Dovremmo…!

Infatti, dal momento che lo sappiamo come.

Facciamolo proprio da questo momento.

Noi  non stiamo vivendo secondo la più grandiosa immagine di noi stessi.

Per cui…avendo constatato la differenza tra dove siamo e dove vorremmo  

essere, incominciamo a cambiare…

a cambiare in maniera consapevole.

 I nostri pensieri, le parole e le azioni per adeguarli alla nostra più grandiosa

immagine.

Tutto ciò ci richiederà un tremendo sforzo fisico e mentale.

Comporterà un controllo costante, momento per momento.

Di ogni nostro pensiero, parola e azione.

Coinvolgerà una serie ininterrotta di scelte consapevoli.

L'intero procedimento è un massiccio avanzare verso la consapevolezza.

 Quanto scopriremo su di noi, se affronteremo  questa scelta...

ci farà rendere conto di aver trascorso metà della nostra vita in uno stato di completa incoscienza.

Cioè nell'ignoranza, a livello conscio, di quello che stavamo scegliendo quanto a...

pensieri, parole e azioni.

Fino a quando non abbiamo sperimentato i risultati.

  Questo è un appello a smettere di vivere in maniera...

cosi tanto inconsapevole.

Si tratta di una sfida a quello che la nostra anima ci ha chiamato a fare...

fin dall'inizio dei tempi.  

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Sicuramente non sarà facile in quanto un tale controllo mentale sara estenuante

in maniera terribile...!

Potrebbe esserlo, finché non diventerà una seconda nostra natura…!

 In effetti esso è la nostra seconda natura.

 La nostra prima natura è quella di essere amorevole senza riserve.

La nostra seconda natura è quella di scegliere di esprimere la nostra prima natura,

la nostra  vera natura, in maniera consapevole.

 In ogni caso…potremmo pensare che…

questo genere di fare…ininterrotto nel  rendere pubblico tutto quello che

pensiamo, diciamo e facciamo  potrebbe farci passare

per noiosi…!

 Mai noiosi… ma solo diversi, sì…diversi.

 Pensiamo a  Gesù… non era noioso.

Come non crediamo che era opprimente avere attorno il Buddha…!

La gente si affollava, supplicava, per trovarsi alla sua presenza.

Nessuno tra coloro i quali raggiungono la supremazia può considerarsi noioso.

Insolito…forse. Straordinario… forse...?

Ma mai noioso.

Solo così, possiamo  fare in modo che la nostra vita prenda quota.

Occorre incominciare subito a immaginarla nel modo in cui vorremmo che fosse.

Controlliamo  ogni pensiero, parola e azione che non sia in armonia con essa.

 Allontaniamoci da queste disarmonie.

Quando abbiamo  un pensiero che non si adegua alla nostra immagine più grandiosa… passiamo  a un altro pensiero…

senza indugio.

 Quando diciamo qualcosa che non è in linea con la nostra idea più grandiosa, prendiamo

nota di non dire di nuovo qualcosa del genere.

 Quando compiamo  un'azione non in sintonia con le nostre migliori intenzioni…

decidiamo che quella sarà l'ultima volta in cui ci capiterà di farlo.

E cerchiamo di sistemare in modo appropriato la faccenda con chiunque vi si trovi coinvolto, ...se possiamo…!

 Non bisogna ignorare il problema o fingere che non esista.

Prendiamo nota delle circostanze e poi esprimiamo la più alta verità sull'argomento.

 Se per esempio...siamo rovinati, siamo rovinati, non ha scopo mentire su ciò.

In effetti sminuente... cercare di mettere insieme menzogne su una questione…

così come non ammetterlo...

Non va bene.

Fallire è una brutta cosa, è orribile...ma occorre accettare la verita

e...reagire in modo consapevole e sinceri.

Occorre pensare la maniera in cui affrontiamo l'esperienza del «fallimento».

Sono le nostre parole i nostri lamenti:

«Sono un fallito», «Non ho un soldo»

che stabiliranno per quanto tempo resteremo squattrinati.

È il nostro modo di fare in tali circostanze…

Il sentirci dispiaciuti per noi stessi, l'aggirarci scoraggiati, senza cercare di trovare

una via d'uscita…

Tutto questo...non va bene.

Dobbiamo imparare e creare la nostra realtà a lungo termine.

 La prima cosa da capire circa l'universo, come abbiamo già detto, è che non

esistono condizioni buone o cattive.

Sono condizioni, e basta.

Per cui smettiamola di stabilire giudizi di valutazione.

La seconda cosa da sapere è che tutte le condizioni sono temporanee.

Niente resta sempre uguale, niente rimane statico.

Il modo in cui una situazione cambia dipende da…noi…sempre...

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Occorre sempre riflettere con consapevolezza su ogni cosa…!

Per esempio tanto per intenderci…

a  proposito di una persona ammalata. 

che ha una fede capace di smuovere le montagne, che perciò è convinta di riprendersi.

Eppure dopo  sei settimane finisce per morire…!

Ci domandiamo…?

Come si accorda ciò con la faccenda del pensare e dell'agire in maniera positiva…?

La persona che ha una fede  e muore sei

settimane più tardi,  capace di smuovere le montagne per sei settimane.

Potrebbe averlo deciso nell'ultima ora dell'ultimo giorno...pensando…

«Va bene, ne ho avuto abbastanza. Sono pronto adesso per andare ad affrontare

un'altra avventura».

Potremmo non aver saputo nulla di questa sua decisione, perché non c’è lo ha detto.

La verità è che potrebbe aver preso quella decisione qualche tempo prima,

  giorni, settimane prima, senza dircelo; e senza averlo detto a nessun altro.

In verità...

 Abbiamo creato una società nella quale non è affatto accettabile voler

morire, non è affatto accettabile essere veramente a proprio agio con la morte.

Dato che non vogliamo morire, non riusciamo a immaginare che

qualcuno desideri morire.

Non importa quali siano le circostanze e le sue condizioni.

 Arrivati qui , sembrerà strano per molti…in cui la morte è

preferibile alla vita, e sappiamo che tutti noi possiamo immaginarlo…

...se ci pensiamo soltanto per un istante.

Eppure queste verità non ci vengono in mente, non sono così evidenti.

Quando ci troviamo dì fronte a qualcuno che sceglie di morire.

 E il morente lo sa. Si lo sa…

Lui può intuire il livello di accettazione in coloro che lo circondano.

Solitamente è da notare quante persone aspettano prima di morire fino a quando rimangono sole nella stanza.

Qualcuno…di questi… addirittura deve dire ai suoi cari:

«No, davvero, puoi andare. Va' a mangiare un boccone»

oppure:

«Vai, cerca di dormire un po'… Io sto bene...

Ci vediamo domani».

E poi, quando il fedele assistente se ne va, l'anima fa altrettanto…

abbandonando il corpo dell'assistito.

 Se queste persone dicessero ai parenti e agli amici lì riuniti:

«Voglio soltanto morire»,

in effetti nessuno le starebbe a sentire.

Infatti se lo facesse le risposte sarebbero:

«Oh, non pensi quello che dici»…

oppure:

«Non dire queste cose»,

oppure:

«Non scoraggiarti»,

o ancora:

«Ti prego, non mi lasciare».

L'intera professione medica addestra a chi la pratica da poco…

a mantenere in vita le persone, invece che a metterle a proprio agio

per fare in modo che possano morire con dignità.

 Vediamo che, per un dottore o per un'infermiera la morte è un fallimento.

Per un amico o per un parente la morte è un disastro.

 Soltanto per l'anima la morte è un sollievo, una liberazione.

  Il dono più grande che possiate fare a un morente è quello di lasciarlo morire in pace,

senza pensare che debba continuare a soffrire, o...

preoccuparsi per chi gli sta intorno in quel momento.

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La verità è che…E giunto il momento di abbandonare il corpo e di liberare

l'anima per altri scopi.

Quando l'anima prende questa decisione, il corpo non può fare nulla per cambiarla.

La mente non pensa nulla in grado di mutarla. Solo al momento della morte

ci rendiamo conto di chi sia, nella triade corpo-mente-anima, a gestire le cose.

 Per tutta la vita siete convinti di essere il vostro corpo.

 Per qualche tempo ci identifichiamo con la mente.

 Solamente al momento della morte scopriamo Chi Siamo in Realtà.

 Ora, ci sono momenti in cui il corpo e la mente si limitano a non ascoltare l'anima.

Anche questo contribuisce a creare lo scenario che descriviamo.

La cosa più difficile per la gente è ascoltare la propria anima…

…Pochissimi si accorgono di questo...

 Comunque, come si verifica spesso, è l'anima a prendere la decisione che

è arrivato il momento di abbandonare il corpo.

Il corpo e la mente - sempre al servizio dell’anima - lo sentono e il processo di liberazione ha inizio.

 Eppure la mente (l'ego) non vuole accettarlo.

Dopo tutto, questo significa la fine della sua esistenza.

Per cui ingiunge al corpo di resistere alla morte.

Il corpo lo fa di buon grado, dal momento che anch'esso non desidera morire.

Il corpo e la mente ricevono grandi incoraggiamenti, grandi lodi in merito a ciò

dal mondo esteriore, il mondo della sua creazione.

Per cui la strategia viene confermata.

 Ora, tutto dipende da quanto è forte il desiderio dell'anima di andarsene.

Se non c'è una grande urgenza, l'anima potrebbe dire:

«Va bene, hai vinto. Me ne starò da queste parti ancora per un po'».

 Ma se l'anima ha ben chiaro che restare non ha alcuna utilità per i suoi più

elevati programmi, che non c'è modo per lei di potersi ulteriormente

evolvere per mezzo di quel corpo.

 Se l'anima intende andarsene, niente la potrà fermare, né si potrebbe

tentare di fare qualcosa in quel senso.

L'anima ha ben chiaro come il suo scopo sia quello di evolversi.

È questo il suo solo, e unico, proposito.

Non si preoccupa del conseguimento del corpo o dello sviluppo della mente.

Tali cose sono prive di significato per l'anima.

L'anima si rende anche conto molto bene di come nessuna tragedia sia

collegata all'abbandono del corpo.

In diversi sensi la tragedia sta nel corpo.

Per cui dobbiamo capirlo, l'anima considera l'intera faccenda della morte

in maniera diversa.

Essa, è ovvio, vede anche l'intera «faccenda della vita»

in maniera diversa, e questa è fonte di molte delle frustrazioni e delle ansie

alle quali una persona è soggetta nel corso dell'esistenza.

Le ansie e le frustrazioni derivano dal non dare retta all'anima.

 Ora per poter ascoltare nel migliore dei modi la nostra anima è chiarire che

cosa persegua l'anima...

...di smettere di formulare giudizi sull’anima.

Non giudichiamo noi stessi perché vogliamo morire. 

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Giudichiamo  noi stessi anche per quanto concerne il desiderio di vivere,

di vivere davvero.

Giudichiamo  noi stessi per il desiderio di ridere, di piangere, di vincere,

di perdere, per il desiderio di sperimentare la gioia e l'amore;

ci giudichiamo  soprattutto per questo.

 A un certo punto ci siamo imbattuti nell'idea che negarci la gioia sia

un'azione pia, che non celebrare la vita sia divino.

La rinuncia...abbiamo detto a noi stessi, è una virtù.

 Ciò...non è né bene né male, è semplicemente una rinuncia.

Se ci sentiamo bene dopo aver negato qualcosa a noi stessi...

allora nel nostro mondo ciò è una virtù.

Se ci sentiamo a disagio, allora è male.

Per la maggior parte delle volte non siamo  in grado di decidere.

 Neghiamo  a noi stessi questo o quello perché diciamo a noi stessi che

dovremmo farlo.

Affermiamo che si tratta di una buona cosa da farsi, ma ci domandiamo...  

perché non ci sentiamo soddisfatti...?

 Quindi la prima cosa da fare è smettere di esprimere questi giudizi contro

noi stessi.

Cerchiamo di sapere quale sia il desiderio dell'anima e adeguarci  

a esso.

Va' dove ti porta l'anima.

Quanto l'anima persegue è la più elevata sensazione d'amore che si possa

immaginare. È questo il desiderio dell' anima.

È questo il suo scopo.

L'anima va in cerca delle sensazioni.

Non della conoscenza, ma delle sensazioni.

Possiede già la conoscenza, ma la conoscenza è concettuale.

Il sentimento è basato sull'esperienza. L'anima vuole sentire sé stessa, e

perciò conoscere sé stessa nelle proprie esperienze.

La più elevata sensazione è...

l'esperienza dell'unità con Tutto Quello Che Esiste.

 Questo è il grande ritorno alla Verità al quale...

...anela l'anima.

Questa è la sensazione del puro amore.

Il puro amore è per la sensazione…

quello che il bianco è per i colori.

 Molti pensano che il bianco sia la negazione dei colori.

Non è vero.

È l'insieme di ogni altro colore. Il bianco è tutti i colori che esistono,

combinati insieme.

 Così è anche l'amore, non l'assenza di ogni sentimento

--odio, rabbia, brama, gelosia, desiderio--

,ma la somma di ogni sentimento.

Ne è l'insieme. L'intero ammontare... Il tutto.

 Quindi l'anima per sperimentare l'amore perfetto deve sperimentare

ogni sentimento umano.

 Come possiamo  avere compassione per quello che non capiamo…?

 Come possiamo perdonare in un altro quello che non abbiamo mai

sperimentato in noi stessi...?

 Così ci rendiamo conto a un tempo...

sia della semplicità sia dell'importanza...

tale da incutere reverenza, del viaggio dell'anima.

 Capiamo finalmente in che cosa sia impegnata.

Lo scopo dell'anima umana è sperimentare tutto, in modo da poter essere tutto.

 Come potrebbe essere in alto se non è mai stata in basso, a sinistra se 

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non è mai stata a destra…?

Come potrebbe essere calda se non conosce il freddo, buona se nega il male…?

 Ovviamente l'anima non può scegliere di essere nulla...

se non esiste nulla tra cui scegliere.

Perché l'anima sperimenti la propria magnificenza deve sapere che cosa sia la

magnificenza.

Non può fare ciò se esiste soltanto la magnificenza.

 E in tal modo l'anima si rende conto che la magnificenza esiste solamente nel

luogo di quello che magnifico non è.

L'anima perciò non condanna mai quello che non è magnifico,

ma lo benedice...

scorgendo in esso una parte di sé stessa che deve esistere

affinché un'altra parte di sé stessa si manifesti.

 Il compito dell'anima è quello di indurci a scegliere la magnificenza,

a selezionare il meglio di Chi Siamo,

senza condannare quello che non viene scelto. 

Senza condannare quello che non siamo.

Si tratta di un compito grandioso, che ci impegna in numerose vite,

perché siamo solito precipitarci a giudicare,

a definire una cosa «sbagliata» o «cattiva»

 o «insufficiente», invece di...

benedire quanto non scegliamo.

 Facciamo anche peggio...

condanniamo.

 In effetti cerchiamo di arrecare danno a quello che non scegliamo.

Cerchiamo di distruggerlo.

 Se esiste una persona, un luogo o una cosa con cui...

non ci troviamo d'accordo... 

li mostriamo il nostro...peggio...

aggrediamo.

 Se c'è una religione che contraddice la nostra...allora...

la riteniamo sbagliata.

 Se c'è un pensiero in contrasto con il  nostro...

 lo ridicolizziamo.

Se c'è un'idea diversa dalla nostra... 

la respingiamo.

 In questo sbagliamo, perché...perché...

perché cosi...creiamo soltanto una metà dell'universo. 

Quella metà attraverso la quale...

possiamo conoscere e sperimentare l'altre metà.

Quindi non possiamo  capire la nostra metà se respingiamo

quella opposta.

 Tutto questo è molto profondo...

Tutto ciò che è, in assenza di ciò che non è...

NON    PUO'  ESSERE.

Dobbiamo amare quanto è

SBAGLIATO per poter conoscere il GIUSTO.

 Riflettiamo…riflettiamo…!

Naturalmente un vero diavolo non esiste, ma...

Guarire è un processo che richiede di accettare tutto, poi scegliere per il meglio.

Non possiamo scegliere di essere Dio se non esiste nient'altro tra

cui scegliere.

Diciamo Dio in quanto la sensazione più alta di puro amore.

La nostra anima cerca la sensazione più elevata.

Cerca di sperimentare, di essere...

il puro amore. È il puro amore... è Dio.

Dio lo sa e vuole fare di più del limitarsi a saperlo...

Vuole essere il puro amore nella sua esperienza.

E ovvio che stiamo cercando di essere Dio!

Che cos'altro pensiamo di stare a fare…!

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Certamente questa affermazione è cosi forte e ognuno di noi sta pensando…

...Incredulo a…

Non lo so...? Non ne sono sicuro…?

Con imbarazzo…!Tanto imbarazzo.

Supponiamo di non aver mai pensato in questo modo.

Potrebbe comunque...

...che ci sia qualcosa di vagamente blasfemo in tutto ciò.

...  …   ...

Riflettendo...!

potremmo aggiungere...

Riflettendo...non troviamo niente di blasfemo…

Blasfemo, terribilmente DISUMANO lo si è blasfemi...

quando si cerca di essere come il diavolo…

Supposte che questi esiste...

NON ESISTE

Quando cerchiamo  di essere come Dio...

Perché ci scandalizziamo...?

E questo è innegabile che lo abbiamo fatto…!

Abbiamo perfino creato religioni che ci dicono che siamo nati nel peccato,

che alla nascita siamo già peccatori, allo scopo di convincerci…

a noi stessi quanto siamo malvagi.

Invece…in verità...

Siamo nati da Dio…!

Già  dalla nascita siamo puri Dei e Dee, puro amore, e molto spesso…

Nonostante tutto...respingiamo Dio.

 Trascorriamo tutta la vita a persuaderci che siamo malvagi…

E non soltanto malvagi, ma convinti che… anche le cose che

desideriamo  sono cattive...

Come il sesso è male;

i soldi sono male;

la gioia è male;

 il potere è male;

 il molto possedere ,il  molto di qualunque cosa, è male.

 Talune delle nostre religioni ci hanno addirittura portato a credere che...

anche ballare sia male;

 la musica sia male;

 celebrare la vita sia male.

Se non cambiamo rotta ben presto saremo d'accordo…

Anche sorridere è male, 

ridere è male;

amare è male.

No, no e poi ancora NO…!

Ci rendiamo conto tutti Noi che leggete che non abbiamo le idee molto chiare

su molte cose…

Solo su una cosa non abbiamo dubbi:

noi, insieme alla maggior parte delle cose che desideriamo siamo malvagi.

 Si malvagi…

Avendo acquisito questo giudizio su noi stessi…

abbiamo deciso che il nostro compito fosse quello di migliorarci.

 Questo va benissimo…badiamo bene.

In ogni caso si tratta della stessa meta,.. solo che c'è una via più immediata,

una strada più breve,

un sentiero più rapido…

Che sarebbe l'accettare Chi e Che cosa Siamo,

senza indugi… dimostriamolo.

 E’ proprio questo...quello che ha fatto Gesù;

 il sentiero di Buddha; 

la via di Krishna

Il percorso di ogni Maestro apparso sul pianeta.

 E ogni Maestro ha ricevuto in maniera analoga lo stesso messaggio.

 Quello che Io sono, tu lo sei, quello che IO posso fare, lo puoi fare anche tu.

 Queste cose, e ancora di più, anche noi le possiamo  fare.

 Eppure non abbiamo  ascoltato.

Abbiamo scelto… invece…

il sentiero di gran lunga più difficile di chi pensa di essere il diavolo;

di chi immagina di essere il diavolo.

 Diciamo che è difficile percorrere il sentiero di Cristo, seguire gli

insegnamenti del Buddha, portare avanti la luce di Krishna, essere un

Maestro… Ma…

Dio ci dice questo:

è molto più difficoltoso negare Chi Siamo invece di accettarlo.  

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Noi siamo bontà, misericordia,  compassione e comprensione.

Siamo pace e gioia e luce.

Siamo perdono e pazienza, forza e coraggio, un aiuto nei momenti di bisogno,

un conforto nei momenti di dolore, un guaritore quando ci sono ferite,

un maestro nei periodi di confusione.

Siamo la saggezza più profonda e la più alta verità; la pace più grande e il più

grande amore.

Siamo tutte queste cose.

E in un momento della nostra vita ci siamo riconosciuti in queste cose.

Scegliamo  adesso di identificarci per sempre in queste cose.

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