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La sento nel cuore questa disfatta del bene, del degrado di questa nostra società...civiltà che, col passare del tempo...nel futuro... sempre  di più s' inaridisce.         
Oggi, nel mio presente contemplo lucido gli inganni dei sogni e delle speranze del passato. Il male sempre di più cerca di prendere piede nel mondo, indebolisce la sensibilità umana e la ricchezza dei sentimenti...lasciando insensibili gli occhi, il cuore...anche al richiamo di una carezza.
Lo sento nelle cronache, negli avvenimenti quotidiani, nelle storie dei giovani...che rappresentano il futuro...quello che saremo tra pochi anni.
Lo vivo nella storia di Marco, di Luca e di tanti altri che giovani...ancora adolescenti...mentre leggono Seneca...spacciano la droga. Comportamenti sbagliati dei nostri ragazzi, che vengono sviscerati e descritti nei dettagli da molti media, calcando sul accaduto anche in modo eccessivo indulgendo nella spettacolarizzazione degli avvenimenti, ma raramente a riflettere sulle ragioni...e/o individuarne le cause. 

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Esploro la vita di molti giovani, ragazzi...dodicienni e mi accorgo come viene vissuta...tra feste, noia, motorini, scazzottate e canne. Finti duri...dal cuore tenero...molto spesso con genitori svaporati, musicisti di piano bar che si mantengono con royalties di una canzone del nonno...insomma figli della città bene...modo mentale di dire per i benestanti...oggi sempre in bilico.
Giovani che hanno scelto di fare business spacciando fumo e finta cocaina...quella fatta dalle aspirine alle feste di dodicenni figli di papa, tenute in lunghe notti...stellate e nel contempo sbrindellate, consumate in bravate e all'insegna del trasgressivo e anche del sovversivo.
Questi nostri ragazzi che, alla fine non sono i soldi che vogliono, non danno a questi molto importanza...anche perché...li danno per scontati. Il loro scopo non è divertirsi 

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ma farsi... notare...imporsi nel gruppo, diventare qualcuno, conquistare una posizione importante. Per loro non è importante chi guadagna di più...ma, chi picchia di più, chi rimorchia di più. I soldi, oggi, contano meno di un tempo.
Cosi succede che i più grandicelli, sentendo la poca attenzione delle famiglie e per emergere sentirsi protagonisti...imporsi sul gruppo finiscono di spacciare agli undicenni, considerati coglioncelli...figli di papa. Alla fine, poi, finiscono nell'ingranaggio...pensando di controllarlo.
Gli altri, quelli di 11 anni invece serve per fare gruppo...c'è l'ansia di crescere, possono accedere a tutto e più in fretta...c'è internet, le città sono ricche di stimoli e tentazioni. Se gli arriva la possibilità di farsi una canna...se la fanno, senza pensare alle conseguenze...e questo...questa irresponsabilità...aggrava maggiormente questa situazione.
Totalmente fuori controllo...colpa dei genitori...molto evanescenti, insicuri e fragili...molte volte non ancora uomo il padre e donna la mamma...come fanno a essere genitori.

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Il risultato è che questi genitori non si preoccupano, non vedono, non sanno, non controllano e non indagano. Sono convinti e tranquilli che non sia necessario seguirli con attenzione, dedicare tempo, interagire con loro...come quando erano bambini...loro, i genitori, hanno tante cose per la testa che li distraggono dai loro figli...dalla loro educazione.
Tanti altri problemi, andare avanti con questa crisi economica, carriera del lavoro...quando c'è...problemi coniugali. Insomma un rapporto debole, malato con i figli...pensano che sono già grandi e li viziano per compensare la loro assenza e tante mancanze.
Certamente sono anche queste ragioni che spinge i ragazzi a fare tante cose che vanno oltre la legalità...,è un grido, un richiamo...un modo estremo per dire...Ehiii...sono qua...attirare l'attenzione...eccomi, guardami...puniscimi...

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Questi ragazzi, a questa età...hanno il grande desiderio di crearsi un mondo loro...tenersi a distanza...l'età che non c'è dialogo...non si dice niente a casa. E cosi i genitori...presi anche dalla crisi della mezza età...non si preoccupano di chiedere...ancora di più i figli che non hanno nessun desiderio di rispondere. La colpa...! Di entrambi, della società...di più dei genitori, che dovrebbero essere più maturi...e non  lo sono. Per Fortuna, ma in certe situazioni, c'è una figura adulta, matura...capace di essere un punto di riferimento...il nonno, la nonna che si prendono cura dei ragazzi e li spingono sulla retta via...standogli vicini e parlandogli  dei sentimenti, dei valori...Senza queste figure...nonno, nonna...non so quanti altri casi di ragazzi rovinati, bruciati ci sarebbero...e se ancora leggessero Seneca.
Insomma...senza i nonni questi adolescenti sarebbero perduti. Precisiamo che mi sto riferendo sempre ai ragazzi delle città bene...e le cronache degli ultimi periodi lo confermano...figli di genitori facoltosi e quindi di nonni che al contrario si sono fatti da se. 

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La lezione del nonno...è la più primitiva e facile da comprendere...la più vera; questi nonni, fanno parte di quella generazione, che hanno lottato, faticato duramente per diventare qualcuno...al contrario dei loro figli, attuali padri e madri di questi nostri adolescenti, sono vissuti nell'epoca dello..."sfascio"...non hanno compreso cosa costruire nella loro vita. Questo...ahimè...! i nonni, molto spesso sono esempi...trasparenti, più facile da capire e vere fiducia. I giovani ammirano l'idea che ti sei fatto da solo, che sei nato senza niente...capiscono il sacrificio e la volontà, la perseveranza...di costruire qualcosa di valido.  Quindi i giovani tendono a copiare a riprodurre questi valori...tanto intuitivi e naturali.

In definitiva vediamo ed emerge che il problema non sono i giovani in sé, benché maleducati e superficiali, bensì la famiglia, le istituzioni e chi avrebbe dovuto educarli, quindi la società stessa. Come abbiamo già detto...gli attuali genitori sono troppo permissivi, troppo disposti a proteggere i propri figli e che non riescono ad affermare la propria autorità su di loro. Dall'altra la società che spinge i giovani al consumismo, crea bisogni molto spesso fittizi, propone loro idoli
capricciosi e di dubbia moralità… aggrava insomma la già difficile situazione, facendo abbandonare loro i valori più importanti.

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Tutti gli atteggiamenti scorretti dei giovani, come stare ore e ore al cellulare, rivolgersi sgarbatamente alle autorità, maltrattare il prossimo e non curarsi delle persone che li circondano, derivano quindi da una cattiva educazione.

Il rapporto tra gli adulti e i giovani sta diventando sempre più problematico. Manca la volontà di comunicare da entrambe le parti  e piuttosto che correggere gli atteggiamenti sbagliati dei ragazzi, si tende a legittimarli.

Questo comportamento degli adulti risulta inconveniente non solo per i più vecchi, come gli anziani, i genitori o i nonni, bensì anche per i più giovani che, sentono il bisogno di un’autorità, ovvero di qualcuno che ponga
loro di limiti, anche a costo di subire qualche punizione.

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Da sempre,  i giovani non godono certo della migliore considerazione  della generazione che li precede. Ricordo quando da giovane ascoltavo gli adulti che ripetevano sempre che i giovani non sono più quelli di una volta. Mi  chiedo se adesso si fosse concretizzata questa idea. Quella che i giovani di oggi sono dei perdigiorno, che sono senza futuro.
E'questo, riconosciamolo un punto debole dell’intera cultura popolare...dell’innata concezione della differenza generazionale, l’idea che i trentenni di oggi appartengano ad una certa generazione. I ventenni ad un'altra ben diversa e che queste differiscano per natura l’una dall’altra.
Certamente le generazioni sono diverse tra loro, ma non tanto perché sono diverse le persone, bensì perché cambiano le opportunità, i bisogni.

Alla fine, riflettendo, penso che ogni, rivoluzione, cambiamento e trasformazione parte proprio dai giovani e forse è anche questa  la causa di tanto astio nei confronti dei giovani, in una società tradizionalista e morbosamente gerontocratica come quella italiana sta proprio nella paura che la loro voglia di cambiamento sia talmente forte da travolgere un passato fatto di egoismi, sprechi, clientelismo, interessi personali, accordi e mazzette, facendo crollare un presupposto non solo politico, ma anche socioculturale che sin dagli anni 60 accompagna le sorti del Bel Paese, conducendolo verso il baratro.

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Si evidenziano così le contraddizioni di un’epoca che sembra veder svanire ogni speranza e possibilità. Il ruolo che oggi ricoprono i giovani è sovraccaricato di significati simbolici...catalizza le angosce e le aspettative della società, incarna possibilità di grandezza e di riscatto...ma molto spesso si riduce ad una pura utopia...lo specchio del male sociale.

I giovani di oggi si trovano dunque a dover fare i conti con prospettive contraddittorie che li accusano di remare contro le riforme e il buon costume. Succede quindi che il giovane viene costretto per molti anni di gavetta che in realtà è solo sfruttamento  gratuito o quasi. Il vecchio tenta di soffocare il nuovo, di plasmarlo a sua immagine e somiglianza, di
inquadrarlo oltre il necessario...da qui nasce il rottamatore...!

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Oggi, questi ultimissimi periodi possiamo interpretare lo smarrimento vissuto dai giovani...non è più un perdigiorno che non sa cosa fare del suo tempo, ma è un individuo che non riesce ad esprimere le sue capacità e potenzialità produttive a causa della mancanza di lavoro e della sovrapproduzione. Disoccupazione e una produzione che va oltre le capacità di consumo sono due delle tante piaghe che affliggono questo mondo.

Ma questo smarrimento non è per forza solo e necessariamente un male...Se è vero che stili di vita e modelli di consumo adottati dalle generazioni dell’opulenza e dello spreco non sono più adottabili, smarrirsi permette di rielaborare la realtà, e di ricontestualizzare il proprio ruolo all’interno della società. Da semplice consumatore d’ultima istanza, il giovane tende a recuperare una dimensione d’autonomia che l’avvento del consumismo ha lentamente divorato.

 

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Quindi il protagonismo dei giovane è tanto necessario, quanto importante...isolandolo, pero, dall'individualismo. Siamo noi adulti che dobbiamo capire, ne siamo responsabili, che il coinvolgimento dei giovani è assolutamente necessario e importante e dobbiamo, anche, farlo capire ai giovani quanto più valore l'intera società avrebbe dalla partecipazione
volontaria del loro mondo...che alla fine rappresenta, ricordiamolo sempre, il nostro futuro.Oggi è ancora possibile trasformare questi smisurati insieme di contributi giovanili in un vantaggio sociale collettivo ed è quello che potrebbe essere
surplus cognitivo.